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Maria Grazia Colombo invita i genitori ad immischiarsi nella scuola

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Sabato 18 febbraio a Roma, presso la ‘Domus Helena’ si svolge un incontro del progetto ‘#immischiatiascuola’, che basa la propria azione su tre principi fondamentali: “Occuparsi dei propri figli, occupandosi della loro scuola; ma occuparsi della loro scuola è allo stesso tempo lavorare per il Bene Comune. L’impegno è creare tutti i presupposti affinché docenti, personale ATA e studenti possano rendere al meglio. Questo si chiama lavorare per il Bene Comune.

La scuola non è solo un’istituzione, ma è un comunità… La sfida è invece affascinante: trasformare la situazione che stiamo vivendo, perché altrimenti alla fine ci rimettono i nostri figli, in un’opportunità per costruire ponti, contribuire e relazionarci con gli altri per il Bene Comune… Abitiamo le scuole perché ci interessa avere relazioni e rapporti con gli altri genitori, condividere percorsi educativi e cercare di rendere la scuola un luogo bello prima di tutto per i ragazzi ma anche per noi. Si impara insieme ad affrontare anche le problematiche concrete; è più facile abbandonare il proselitismo a favore del buon senso… Perché la porta, il bagno, la lavagna rotta, è rotta per il bambino di qualsiasi genitore, per qualsiasi docente, per qualsiasi bidello o addetto segreteria. La scuola quindi diventa un luogo bello e interessante per tutti”.

Infatti nel documento che dà vita al progetto sono scritti gli intenti per un nuovo coinvolgimento della famiglia nella scuola: “Non vogliamo stare a guardare la questione scuola, siamo famiglie che vogliono essere protagoniste. La famiglia per la scuola e la scuola per la famiglia: potrebbe sembrare uno slogan ma non lo è, si tratta infatti di una sfida che come famiglie del Forum delle associazioni familiari vogliamo lanciare a tutti e ad ognuno. E’ tempo di rimettere in moto le famiglie per guardare alla scuola con curiosità intelligente e stima, ricostruire ponti e non muri, ri-mettere al centro delle nostre case la scuola quale luogo di corresponsabilità educativa.

Tanti genitori ci hanno chiamato e ci chiamano perché sentono il desiderio di mettersi in gioco nelle scuole dei loro figli. Scuola non più come luogo di contrattazione ma di incontro tra adulti docenti e adulti genitori che non vogliono stare a guardare o lamentarsi ma si vogliono ‘Immischiare’. Per questo Il Forum che sta incontrando tante famiglie sul territorio ha deciso di lanciare il suo progetto scuola chiamato ‘Immischiati a scuola’, rifacendosi all’invito di papa Francesco che invita i cattolici ad immischiarsi e a non guardare la vita dal balcone”.

A Maria Grazia Colombo, vice presidente e responsabile del settore della scuola del Forum delle Famiglie e coordinatrice del progetto abbiamo chiesto di spiegarci cosa è #immischiatiascuola: “Il progetto Immischiati a scuola è una proposta che rimette al centro la questione della corresponsabilità educativa dei genitori in un momento storico molto fragile ma importante. Semplicemente io genitore guardo alla scuola come un’occasione interessante per riscoprire il mio compito educativo e viverlo con altri genitori”.

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Perché chiedete un nuovo protagonismo dei genitori?

“Perché questo ‘nuovo’ protagonismo? Nulla di nuovo nei contenuti ma piuttosto un nuovo modo di condividere e costruire relazioni educative a volte anche molto diverse ma comunque significative dentro la scuola. Per esempio mettere al centro le assemblee di classe, il ritrovarsi come adulti genitori educatori e confrontarsi sulle proposte educative e formative che sono presenti nei Ptof (piani di offerta triennale formativa)”.

Ma non sono sufficienti i 'decreti delegati'?

“Per questo i decreti delegati secondo noi sono un’ottima occasione, anche se datata, ma sono strumento. Infatti occorre che i genitori imparino a studiare, prepararsi, leggere per capire meglio anche ciò che didatticamente la scuola propone ai ragazzi. Il punto vincente è creare alleanze formative, educative e culturali con i docenti e i dirigenti. Questa è la grande novità di Immischiati a scuola, la formula vincente dei nostri 50 incontri in tutto il Paese è stata quella di una presenza collaboratrice dei docenti e dei dirigenti che non possono essere considerati ruoli alternativi ma piuttosto complementari al nostro ruolo di genitori. Occorre più stima da parte dei genitori verso i docenti e viceversa. E’ un lavoro di squadra che tiene se tutti collaboriamo e non ci controlliamo a vicenda. La figura del dirigente è stata per noi una scoperta molto importante quale figura ‘sintesi’ della proposta formativa della scuola, un garante che cerca di armonizzare lavoro, relazioni e saperi della scuola e nella scuola”.

Lo slogan coniato, prendendo a prestito una frase dello scrittore russo Dostoevskij, è ‘la concretezza salverà il mondo’: cosa significa per un genitore?

“Questa è concretezza; concretezza che vince alla grande il pregiudizio ideologico. Io non mi sono scelta i genitori che ho accanto in questi anni scolastici come pure i nostri ragazzi vivono una comunità classe molto diversificata. Impariamo come genitori a considerare i docenti che incontriamo come esperti con i quali confrontarsi avendo come genitori molto da dire e da fare. Ripeto, occorre stima educativa e collaborazione. La scuola non può essere un luogo di contrattazione e contrasti. Questa è la concretezza che salverà il mondo”.

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