Città del Vaticano , mercoledì, 15. febbraio, 2017 10:25 (ACI Stampa).
La speranza non delude. Perché “la speranza cristiana è solida”, dice Papa Francesco nel corso della catechesi nell’Udienza Generale del mercoledì in Aula Paolo VI. La speranza in Cristo “non è fondata su quello che noi possiamo fare o essere, e nemmeno su ciò in cui noi possiamo credere. Il suo fondamento è ciò che di più fedele e sicuro possa esserci, vale a dire l’amore che Dio stesso nutre per ciascuno di noi”.
Il Papa inizia il suo discorso partendo dalla Lettera ai Romani di San Paolo in cui l’Apostolo ci invita a “vantarci dell’abbondanza della grazia di cui siamo pervasi in Gesù Cristo, per mezzo della fede”. “Paolo – spiega il Pontefice - vuole farci capire che, se impariamo a leggere ogni cosa con la luce dello Spirito Santo, ci accorgiamo che tutto è grazia, tutto è dono!”.
A noi tocca il compito di riconoscere questa grazia, di “accoglierla con gratitudine e di farla diventare motivo di lode, di benedizione e di grande gioia”. “Se facciamo questo – rammenta Francesco ai presenti - siamo in pace con Dio e facciamo esperienza della libertà. E questa pace si estende poi a tutti gli ambiti e a tutte le relazioni della nostra vita: siamo in pace con noi stessi, siamo in pace in famiglia, nella nostra comunità, al lavoro e con le persone che incontriamo ogni giorno sul nostro cammino”.
Ma c’è un momento particolare in cui questo vanto deve divenire ancora più forte: durante le tribolazioni. “Questo ci risulta più difficile – ricorda il Papa - e può sembrare che non abbia niente a che fare con la condizione di pace appena descritta. Invece ne costituisce il presupposto più autentico, più vero”.
Perché “la pace che ci offre e ci garantisce il Signore non va intesa come l’assenza di preoccupazioni, di delusioni, di mancanze, di motivi di sofferenza”.