Roma , giovedì, 16. febbraio, 2017 18:00 (ACI Stampa).
Papa Francesco visiterà venerdì 17 febbraio la Terza Università di Roma. Un evento atteso. Soprattutto dai tanti giovani cattolici che popolano le università. Come quelli presenti a Roma Tre, gli “Universitari per la Vita”. Per molti giovani che studiano, tra un esame e una verbalizzazione, c’è ancora tempo per pregare e per custodire la fede. ACI Stampa ha approfondito l’argomento con Chiara Chiessi, responsabile del progetto “Universitari per la Vita”.
Universitari per la Vita. Che realtà è? Cosa fanno gli “universitari pro life”?
Gli Universitari per la Vita sono un gruppo di studenti che diffonde la cultura pro vita nelle università, parrocchie, scuole e centri giovanili. Nascono dal desiderio di costituire e rappresentare la futura generazione di attivisti pro vita, impegnati a difendere il diritto alla vita di ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale. Più nel concreto, la nostra è un’attività di tipo culturale tesa a far diventare l’aborto, una delle più grandi tragedie e discriminazioni dei nostri tempi, qualcosa di impensabile. Oggi in una società civile è impensabile la discriminazione delle persone di colore. Noi vogliamo raggiungere lo stesso obiettivo con il dramma dell’aborto: che sempre più giovani si rendano conto di dover fare qualcosa per migliorare la nostra nazione, garantendo a tutti il diritto alla vita. Per questo, siamo presenti attivamente nelle università e nelle Cappellanie (per ora a Roma, ma ci stiamo diffondendo rapidamente anche in altre città), interveniamo nelle parrocchie o nelle scuole, organizziamo dibattiti in aule universitarie, campagne di sensibilizzazione tramite social network, concerti, preghiere fuori gli ospedali.
Che mondo giovanile universitario si prospetta oggi? Ci sono ancora valori forti, come la fede?
Il mondo giovanile è una realtà frenetica ed in continuo divenire. Tra lezioni, esami, tesi, attività, sembrerebbe quasi che non ci sia tempo per fermarsi e riflettere sulla fede e Dio. Eppure, la nostra esperienza nel far conoscere la realtà delle cappellanie agli studenti, ci dimostra che ci sono ancora tanti studenti per cui la fede costituisce un valore fondamentale. Giovani che prima di andare a lezione, fanno una visita in Chiesa o vanno a Messa. Giovani che non hanno paura di mostrarsi diversi dalla maggioranza. Grazie all’esempio di queste persone, anche ragazzi non credenti hanno iniziato a farsi domande sul senso della loro esistenza e su Dio; è questo un segno che soprattutto durante la giovinezza si è in continua ricerca di qualcosa di più elevato e grande.