Crema , sabato, 11. febbraio, 2017 16:00 (ACI Stampa).
Oggi la Chiesa celebra la XXV Giornata Mondiale del Malato con il tema ‘Stupore per quanto Dio compie: Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente…’. Nel messaggio papa Francesco, affidando gli ammalati alla Madonna, sottolinea che il malato resta sempre una persona: “Come santa Bernadette siamo sotto lo sguardo di Maria. L’umile ragazza di Lourdes racconta che la Vergine, da lei definita ‘la Bella Signora’, la guardava come si guarda una persona. Queste semplici parole descrivono la pienezza di una relazione. Bernadette, povera, analfabeta e malata, si sente guardata da Maria come persona.
La Bella Signora le parla con grande rispetto, senza compatimento. Questo ci ricorda che ogni malato è e rimane sempre un essere umano, e come tale va trattato. Gli infermi, come i portatori di disabilità anche gravissime, hanno la loro inalienabile dignità e la loro missione nella vita e non diventano mai dei meri oggetti, anche se a volte possono sembrare solo passivi, ma in realtà non è mai così”.
Per comprendere meglio il messaggio del papa abbiamo rivolto alcune domande al nuovo vescovo di Crema, mons. Daniele Gianotti, che sarà ordinato vescovo domenica 19 marzo nella cattedrale di Reggio Emilia da mons. Massimo Camisasca come consacrante principale, affiancato come co-consacranti dal vescovo di Brescia, mons. Luciano Monari e da quello di Como (predecessore di Gianotti a Crema), mons. Oscar Cantoni. nuovo vescovo di Crema.
Innanzitutto gli abbiamo chiesto un’impressione sulla sua nomina a vescovo
“Difficile dire in breve, perché ci sono molti sentimenti che si mescolano: metterei al primo posto il senso di ignoto per una dimensione del ministero ordinato quasi completamente sconosciuta e per la quale ci si sente inadeguati, in una diocesi sconosciuta, con la forte percezione del distacco che viene chiesto (dalla mia Chiesa locale, in certa misura anche dalla mia famiglia, dall’insegnamento che è stata parte determinante della mia vita di prete per trent’anni… e, soprattutto, il distacco dalla parrocchia); ma poi c’è anche un senso di pace, quando – non senza fatica – si riesce a percepire la vicinanza di Dio, ricordando di essere consegnati a Lui e alla sua grazia, e anche di essere circondati da moltissime persone che manifestano gioia, amicizia e, soprattutto, promettono preghiere”.