Città del Vaticano , venerdì, 10. febbraio, 2017 12:40 (ACI Stampa).
“La storia della Chiesa italiana conosce tante “locande del buon samaritano”, dove i sofferenti hanno ricevuto l’olio della consolazione e il vino della speranza. Penso in particolare alle numerose istituzioni sanitarie di ispirazione cristiana”.
Papa Francesco lo ha detto ai partecipanti all’Incontro promosso dalla Commissione Carità e Salute della Conferenza Episcopale Italiana, alla vigilia della 25.ma Giornata Mondiale del Malato e in occasione dei 20 anni dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute.
Il Papa ha ripercorso l’impegno dei 25 anni di attività della Commissione “anni segnati da forti cambiamenti sociali e culturali, e oggi possiamo constatare una situazione con luci e ombre”.
Da una parte volontari che si impegnano, convinti e per i quali dice il Papa, "ringrazio i parroci italiani", e dall’altra il dramma della “cultura dello scarto”, perché quando la persona malata non viene messa al centro e considerata nella sua dignità, si ingenerano atteggiamenti che possono portare addirittura a speculare sulle disgrazie altrui.”
Attenzione quindi, dice il Papa, a non fa diventare la sanità un modello aziendale che “se adottato in modo indiscriminato, invece di ottimizzare le risorse disponibili rischia di produrre scarti umani. Ottimizzare le risorse significa utilizzarle in modo etico e solidale e non penalizzare i più fragili”.