Città del Vaticano , venerdì, 10. febbraio, 2017 9:00 (ACI Stampa).
C’è anche l’invito formale, e quando vuole il Papa può staccare un biglietto per l’Egitto. L’invito lo hanno presentato per iscritto i vescovi della Chiesa Patriarcale di Alessandria dei Copti, arrivati in visita ad limina. Il Papa li ha incontrati la scorsa settimana. Tra loro Emmanuel Bishay, vescovo di Luxor, una delle diocesi più grandi in Egitto. Ha preso il nome di “Emmanuel” (i copti cambiano nome quando hanno dignità episcopale) perché “c’è bisogno dell’aiuto di Dio, e Emmanuel significa Dio con noi”. E ad ACI Stampa racconta i temi della conversazione aperta – di almeno ore – avuta con Papa Francesco lo scorso 6 febbraio.
Come è stato l’incontro con Papa Francesco?
È stato un momento meraviglioso. Nelle visite ad limina non ci sono più i discorsi, ed è un momento in cui si vive la comunione ecclesiastica. Il Papa ci ha dato il benvenuto, e poi ognuno di noi ha potuto raccontare la propria esperienza in diocesi. Mi ha ricordato quel brano del Vangelo in cui Gesù, dopo aver inviato i discepoli, parla con ciascuno e ascolta la loro esperienza.
Di cosa ha parlato Papa Francesco?
Dopo averci ascoltato, ci ha incoraggiato ad andare avanti nella nostra missione nella Chiesa e al servizio della società egiziana, con un particolare riferimento all’educazione e al dialogo. Con le sue parole, ci ha fatto capire ancora di più la larghezza di cuore della Chiesa cattolica che abbraccia tutti, e ha sottolineato ancora una volta che la Chiesa sia “povera per i poveri”, e ha messo in luce che c’è una povertà spirituale e una povertà materiale. Abbiamo parlato anche dei frutti dell’Anno della Misericordia, e della vita quotidiana della Chiesa in Egitto. Oltre ad incoraggiarci nella nostra missione, il Papa ha anche detto che in alcune diocesi più grandi sarebbe opportuno avere un vescovo ausiliare. Noi lo abbiamo invitato a visitare l’Egitto.