Roma , lunedì, 6. febbraio, 2017 18:00 (ACI Stampa).
Economia, Vangelo e solidarismo. Sembrano tre parole slegate tra di loro ma cosi non è. Il Vangelo ispira principi e guida l'azione per una corretta economia che si ridivide fra i fratelli. Questo meccanismo è ciò che parte dalla riflessione dell'economista Giuseppe Toniolo (1845-1918).
Laureato in Giurisprudenza, professore universitario di economia politica, sentì dentro di sé il bisogno impellente di ricondurre gli aridi calcoli matematici a prospettive, più umane e più giuste, e dalla cattedra del suo insegnamento profuse lezioni di umanità che rimasero ben scolpite nel cuore dei suoi allievi. Nel suo celebre manuale di principi economici delinea e si riallaccia ai contenuti dell'economia classica legate alle varie componenti della materia innovandone i contenuti alla luce dei valori di solidarietà cristiana.
L'epoca in cui spiegò i suoi giorni l'economista veneto non è stata certamente delle più felici: la Grande Guerra, una rivoluzione sociale e su tutto sfruttamento e marcata impronta capitalistica nei rapporti lavorativi. Toniolo, fedele assertore dei principi, espressi anche nella Rerum Novarum (1891) seppe far confluire tali sue aspettative di giustizia e progresso nell'opera dei congressi (una conferenza cattolica permanente sulle maggiori questioni sociali) che segnarono il riscatto nell'affermazione della dottrina sociale della Chiesa.
Spirò nel 1918 già intuendo le nuove prospettive cristiane che avrebbe dato all'economia politica del dopoguerra.
Ma ciò per ovvie ragioni non gli fù possibile.