Torino , sabato, 16. maggio, 2015 8:41 (ACI Stampa).
E’ tutto dedicato a San Giovanni Bosco, il padiglione della Libreria Editrice Vaticana che al Salone del Libro di Torino spicca per colori e per proposta culturale. Tra una bandiera del Vaticano posta all’ingresso e quel beige che ormai è riconoscibile come il colore del sito del Vaticano, la proposta culturale dell’Editrice Vaticana spazia da volumi come “I Papi e lo sport” (curato da Antonella Stelitano, Alejandro Mario Dieguez, Quirino Bortolato) a “Don Bosco oggi,” libro intervista al Rettor Maggiore dei Salesiani don Angel Fernandez Artime, passando per il libro di Paolo Portoghesi “Il sorriso di tenerezza. Letture sulla custodia del Creato”, fino ad arrivare al libro “La Fede e il Bene Comune,” del Cardinal Tarcisio Bertone.
Tutti libri che in qualche modo incarnano la Dottrina Sociale della Chiesa nelle sue sfaccettature. Non potrebbe essere altrimenti, in una Torino che a metà Ottocento, mentre viveva la rivoluzione industriale, ma anche la costruzione di uno Stato che non era certamente cristianamente ispirato, vede fiorire una serie di santi, chiamati i “santi sociali”, che con il loro lavoro hanno dato un nuovo impulso alla società e hanno creato opere che restano ancora oggi.
Li menziona anche il Cardinal Bertone, quando presenta il suo libro al Salone del Libro giovedì 15 maggio. Sottotitolo del libro è “Offerta cristiana alla società contemporanea”, perché in tutti i discorsi racconti nel volume – curato da Fabio Pisani – c’è tutta la forza dell’idea cristiana in cui si debba plasmare la società. Spiega il Cardinale che anche oggi, in tempi di crisi, “la Chiesa nella sua multiforme capacità di intervento, nelle sue macroiniziative, ma anche nelle sue microiniziative – e un grande esempio sono proprio i ‘santi sociali’ piemontesi - continua a preparare al lavoro, a lanciare i giovani ad una attività, a dare loro una possibilità di autorealizzazione. Continua, insomma a dare speranza ai giovani, a predicare agli a imprenditori, ai governi… non si ferma nel piccolo recinto della Chiesa costruzione di culto nella sacrestia, cerca di spingere, fa da interlocutore tra le esigenze dei giovani e la saggezza degli anziani.”
Dal canto suo, il professor Vincenzo Buonomo, che ha curato il volume del Cardinal Bertone “La diplomazia pontificia” (ideale collegamento con questo) mette in luce che “la dottrina sociale diventa strumento di dialogo con il mondo, con la scienza, con l’etica. È uno strumento che va ricondotto all’interno dell’università nel senso più profondo del termine. È necessario ripartire dalle diverse declinazioni del termine educazione. La Dottrina sociale non ha il confine di una regione, si può applicare con una formula interessante secondo i tempi e i modi.”
E una applicazione della Dottrina Sociale secondo i tempi e i modi è dato dall’enciclica “Caritas in Veritate.” Uscita nel 2009 dopo una lunga gestazione (doveva uscire nel 2007 per i quaranta anni della Populorum Progressio, ma la crisi economica impose una riflessione in più), l’enciclica è stata frutto di un dialogo continuo tra il Papa e gli esperti consultati. “Si nota, nel libro – afferma il Cardinal Bertone - tutto un modello di dialogo e di interlocuzione tra il Papa che è l’Autore dell’enciclica e gli esperti, il Papa che dialoga per proporre la prima enciclica dell’era globale.”