Carpi , domenica, 5. febbraio, 2017 10:00 (ACI Stampa).
Ai poveri in spirito, ai miti, agli umili, agli operatori di pace, ai perseguitati…Gesù dice: Voi siete il sale della terra! Voi siete la luce del mondo! Si tratta di due paragoni che servono per porre in evidenza che la verità del messaggio di Cristo deve essere annunciata a tutti.
Il sale serve per tante cose, ma soprattutto serve per dare sapore. Senza sale il cibo è tutto uguale. Applicando questa immagine alla fede viene naturale chiederci: “A che cosa serve la fede? Che cosa cambia nella vita credere o non credere, accogliere o rifiutare Cristo? Vivere le beatitudini?”. A questi interrogativi Gesù risponde senza alcuna ambiguità: “La fede serve a dare sapore alla vita”.
Oggi, in un mondo dominato dalla banalità e dalla noia, si parla continuamente di “qualità della vita”. Forse si sente il bisogno di utilizzare una simile espressione perché per molti la vita è diventata un assurdo in quanto non se ne percepisce più il dono meraviglioso e la responsabilità. Ebbene Gesù, oggi ci dice, che con Lui tutto ha senso anche la sofferenza, anche la persecuzione, anche la vecchiata e perfino la morte.
Voi siete la luce del mondo. Questa seconda affermazione ha la stessa forma e lo stesso senso della prima, ma in un’accezione ancora più grande. Il discepolo di Cristo è chiamato ad essere il sole del mondo! Senza luce, lo sappiamo bene, non ci sono i colori, non c’è bellezza, non esiste vita. Il sole, dunque, è una delle più belle immagini di Dio, sorgente della vita. Canta il Salmo 27: Il Signore è mia luce e mia salvezza (v.1). E Gesù dirà di se stesso: Io sono la luce del mondo. San Paolo invita i cristiani di Filippi a splendere come astri nel mondo (2.15) per essere un segno di Dio di fronte al popolo ebraico e a tutti i popoli.
Gesù ha davanti a sé donne e uomini poveri, fragili, peccatori, malati; persone che non possiedono doti particolari, prive di cultura e di influenza. Ebbene a costoro Gesù non solo dice: voi siete la luce del mondo, ma chiede anche di “brillare”. Non è un invito alla ostentazione o al trionfalismo, ma ad essere trasparenza di Cristo. Chi illumina è solo Cristo, ma Egli vuole farlo attraverso le nostre persone e le nostre “opere buone”.