Città del Vaticano , giovedì, 2. febbraio, 2017 18:11 (ACI Stampa).
L'incontro tra Gesù Bambino e l'anziano Simeone rappresenta "l’incontro di Dio col suo popolo" che "suscita la gioia e rinnova la speranza". Lo ha detto il Papa nell'omelia della Messa celebrata in San Pietro per la Festa della Presentazione del Signore e XXI Giornata Mondiale della Vita Consacrata. La Messa si è aperta con la benedizione delle candele e la processione dal sagrato all'Altare della Confessione.
Simeone abbracciando Gesù conferma - ha spiegato Francesco - che "la speranza in Dio non delude mai, Egli non inganna. Simeone e Anna, nella vecchiaia, sono capaci di una nuova fecondità, e lo testimoniano cantando: la vita merita di essere vissuta con speranza perché il Signore mantiene la sua promessa".
Questa speranza l'abbiamo ricevuta - ha aggiunto il Pontefice - dai nostri padri. Noi "siamo eredi dei nostri anziani che hanno avuto il coraggio di sognare; e, come loro, oggi vogliamo anche noi cantare: Dio non inganna, la speranza in Lui non delude. Dio viene incontro al suo popolo".
Questo sogno va accolto anche oggi, in maniera profetica. "Sogno e profezia - ha osservato Papa Francesco - insieme. Memoria di come sognarono i nostri anziani, e coraggio per portare avanti, profeticamente, questo sogno. Questo atteggiamento ci renderà fecondi, ma soprattutto ci preserverà da una tentazione che può rendere sterile la nostra vita consacrata: la tentazione della sopravvivenza. Un male che può installarsi a poco a poco dentro di noi, in seno alle nostre comunità".
Questo è un male - è il monito del Papa gesuita - che "ci fa diventare reazionari, paurosi, ci fa rinchiudere lentamente e silenziosamente nelle nostre case e nei nostri schemi. Ci proietta all’indietro, verso le gesta gloriose – ma passate – che, invece di suscitare la creatività profetica nata dai sogni dei nostri fondatori, cerca scorciatoie per sfuggire alle sfide che oggi bussano alle nostre porte".