Antananarivo , martedì, 31. gennaio, 2017 14:00 (ACI Stampa).
Tra Africa ed Oriente, i ranghi diplomatici della Santa Sede sono in viaggio con uno scopo: promuovere la pace. È stato questo il centro della “lezione” sulla diplomazia vaticana che il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha dato un Madagascar, dove è in visita fino a domani prima di recarsi in Congo. Ed è stato questo il senso del messaggio che l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, “ministro degli Esteri” vaticano, ha lanciato durante la sua visita ad Hiroshima, dove fu sganciata la prima bomba atomica.
Sono due viaggi non casuali: raccontano di un impegno. E sì che il Giappone è incredibilmente sotto i riflettori, a causa del film Silence, ma anche e soprattutto perché lì, il prossimo 7 febbraio, verrà beatificato Takayama Ukon, il samurai di Cristo, l’altra faccia del Giappone che non fece apostasia ma mantenne salda la fede fino al martirio. Ma la Santa Sede guarda con straordinario interesse anche all’Africa, e non è un caso che le relazioni diplomatiche con i Paesi africani siano di lunga data, in alcuni casi ancora più antiche di quelle con gli Stati del cosiddetto “primo mondo”. Non a caso, il Cardinale Parolin è in Madagascar per festeggiare i 50 anni di relazioni diplomatiche, e sarà in Congo per festeggiarne i 40 anni.
In Madagascar, il Cardinale Parolin ha anche dato una “lecture” su obiettivi e scopi della diplomazia della Santa Sede. Ha detto che la politica della Santa Sede è “motivata “ e con una “presenza effettiva”, sottolineando che la Chiesa è un “operatore di pace”. Per dirla con le parole del Cardinale Parolin, si tratta di una “presenza consapevole” per difendere “gli interessi e i diritti umani fondamentali”, con una speciale attenzione per la “persona umana”.
Tra le azioni concrete per raggiungere questi obiettivi – ha raccontato Parolin -la Santa Sede opera nella risoluzione dei conflitti (un tema molto caro al Cardinale Parolin), ma anche nella lotta alla povertà e nella difesa dell’ambiente. La sfida indicata è quella di trasformare le differenze di un mondo multipolare favorevole al conflitto in un “atteggiamento di accoglienza e di arricchimento reciproco”.
Il programma del Cardinale Parolin in Madagascar è stato molto intenso, e ha incluso - racconta L'Osservatore Romano - anche un incontro con i vescovi della Conferenza Episcopale (che ha invitato all’impegno anche nella lotta alla corruzione), un incontro all’università (durante il quale ha invitato gli studenti a cercare la verità) e una Messa concelebrata con il Cardinale Maurice Piat lo scorso 29 gennaio.