Cracovia , sabato, 28. gennaio, 2017 14:00 (ACI Stampa).
“Da oggi cominci a scrivere una pagina nuova”. Con questa frase, il Cardinale Stanislaw Dziwisz marca il passaggio di consegne: lui va in pensione, mentre il nuovo arcivescovo, Marek Jedraszewski, prende possesso della sua sede. E la sua omelia, tutta basata sul tema della "veglia", è un invito alla Chiesa, a Cracovia, alla Polonia tutta a rimanere saldi nella fede.
Per il nuovo arcivescovo di Cracovia si è mobilitato un Paese. Partecipano alla Messa il presidente della Repubblica, Andrzej Duda, e il Primo Ministro, Beata Szydlo. Concelebrano il Cardinale Stanislao Dziwisz, il suo predecessore che va in pensione, il Cardinale Kazimierz Nycz, arcivescovo di Varsavia, l’arcivescovo Stanislaw Gadecki, presidente della Conferenza Episcopale Polacca, il Cardinale Zenon Grocholewski, già Prefetto della Congregazione dell’Educazione Cattolica, il Cardinale Stanislaw Rylko, arciprete di Santa Maria Maggiore. E ci sono anche i Cardinali Petr Erdo di Budapest e Josip Bozanic di Zagabria. E c’è soprattutto la gente, le persone arrivate da ogni parte della Polonia. Da oggi, comincia la nuova stagione della Chiesa di Cracovia.
È una Cracovia dal clima invernale ma non troppo, con lo smog così denso che sembra nebbia, i parchi riempiti di giovani dalla Giornata Mondiale della Gioventù ora pieni di ghiaccio e neve. È una Cracovia che ancora porta insegne e decorazioni del Natale, perché qui i Presepi e gli alberi si disfanno il 2 febbraio, come succedeva in Vaticano. Ed è una Cracovia che si sveglia, sei mesi dopo la Giornata Mondiale della Gioventù, più cattolica di quello che era prima, perché il numero dei credenti è in crescita, secondo i dati dell'ultimo annuario statistico della Chiesa in Polonia, che nota un leggero aumento dei dominicantes (coloro che vanno a Messa la domenica) e dei comunicantes (coloro che partecipano anche all'Eucarestia).
Avviene in questo clima il passaggio di consegne. Il Cardinale Stanislao Dziwisz, in dieci anni, ha coltivato la memoria di San Giovanni Paolo II, di cui era stato segretario particolare, traghettando la Chiesa di Cracovia verso la nuova generazione. Ed ora è l’arcivescovo Jedraszewski ad essere chiamato a chiudere il salto generazionale. Una Chiesa nuova per una fede rinnovata: forse è questo il primo obiettivo dell’arcivescovo.
Il quale imposta tutta l'omelia sul senso della "veglia", che è parte della "storia della liturgia", e che è uno stato particolare per il popolo polacco "sin dal Battesimo della Polonia" del re Mieszko. C'è una preghiera - dice - "Maria, Regina della Polonia, sono con te, continuo a vegliare", e questa preghiera risuonò per la prima volta l'8 dicembre 1953, quando il Cardinale Stefan Wiszinski era imprigionato dal regime comunista, e il vescovo Antoni Baraniak veniva torturato. La veglia è stata la caratteristica di San Stanislao, della Regina Edvige, di Santa Faustina, di San Giovanni Paolo II che l'arcivescovo Jedraszewski non esita a definire "il grande". E lo ricorda, l'arcivescovo Jedraszewski, in molti passaggi dell'omelia, lui che di Karol Wojtyla era stato amico. Fino ad invitare tutti - cardinali, vescovi, fedeli - a prendere insieme "il gioioso impegno di annunciare il Vangelo di Cristo", e di diventare consapevoli della "liturgia della storia". Tutto sembra aver preparato la Polonia al suo essere cristiano, a questo passaggio di consegne.