Roma , venerdì, 27. gennaio, 2017 18:00 (ACI Stampa).
‘E Dio vide che era bello’: componendo una sinfonia creata dalle note della voce e da immagini che rendono possibile l’incontro tra terra, mare e cielo, finito e infinito, fiabe e realtà, silenzi ed esplosioni di luce, Luigi Tosti dà vita a un’esposizione cromatica coniugando le delicatissime tinte della vita alla Parola di Dio, quella stessa che resta custodita da secoli nel testo sacro della cristianità, la Bibbia.
La mostra, allestita a Roma nel Palazzo della Cancelleria Apostolica dal 10 al 18 febbraio dall’Associazione culturale ‘Tota Pulchra’ fondata nello scorso anno e presieduta da monsignor Jean-Marie Gervais, membro del Capitolo Vaticano e della Penitenzieria Apostolica, con la collaborazione di Mario Tarroni, direttore artistico, presenta per la prima volta al pubblico la mostra ‘I colori dell’Infinito’ dell’artista umbro Luigi Tosti. Accompagnando il visitatore nel lungo percorso artistico-creativo costituito da una serie di opere che annullano le distanze esistenti tra fotografia e pittura unite in una fusione armonica, Tosti abbatte i confini che separano realtà e sogno creando una terza dimensione di infinito, la fede: “Sono stato chiamato da Dio all’arte per raffigurare una vita senza più confini che dona candore, gioia, un senso di pace”, ha spiegato l’artista.
“Voglio incontrare il Papa – ha aggiunto – perché il mio è un nuovo progetto di evangelizzazione che si serve del meccanismo emotivo scaturito dall’arte per avvicinare l’uomo a Dio. Con l’arte si possono costruire tanti ponti di dialogo!”. L’artista, nella sua carriera, ha esposte le proprie opere a Madrid, a Parigi, ad Hangzhou, in Cina, ad Aalst in Belgio, a Seul, a Malaga, a Colonia, a Berlino, a Innsbruck, per arrivare a Cremona, Ferrara, Venezia e Perugia, ed ora a Roma.
Mons. Jean-Maria Gervais ci ha spiegato il significato della mostra: “Dal 10 al 18 febbraio prossimi presso il Palazzo della Cancelleria Apostolica avrà luogo la mostra di Luigi Tosti, ‘I colori dell’Infinito’, un titolo che ha proposto l’artista e condiviso a pieno, vista e considerata tutta la cornice che inquadra questo evento. Per prima cosa desidero sottolineare che oggi il mondo ha bisogno di colori, delle sfumature più diverse che tingano la realtà di celeste, verde, e di tutti i colori di nostra madre Terra che, lo vediamo negli ultimi tempi, spesso si ribella all’uomo perché poco rispettata e protetta. ‘I colori dell’Infinito’ si inserisce perfettamente non solo nella società contemporanea, sempre più frenetica e caotica, ma anche nei contenuti del pontificato di papa Francesco che ogni giorno insiste sull’apertura dei cuori a Dio, qui troviamo l’Infinito, e sulla custodia della ‘casa comune’, nostra madre Terra. Con queste morbide parole San Francesco definisce il luogo in cui è avvenuta la Creazione ed è su questa base che la mostra patrocinata dall’associazione culturale ‘Tota Pulchra’ da me fondata circa un anno fa, si propone di andare a finanziare, almeno in parte, l’inizio dei lavori di restauro del Sacro Tugurio di Rivotorto, la prima dimora del fraticello d’Assisi”.
L’arte contemporanea ancora cerca il desiderio di Dio?