L’Ordine di Malta ha sempre rivendicato la scelta di sostituire il Gran Cancelliere come una scelta di governo interno, rigettando quindi ogni possibile ingerenza sulla Sovranità dell’Ordine. In particolare, l’Ordine ha prima spiegato che la decisione del Santo Padre di nominare un gruppo è “frutto di un equivoco” con un comunicato diffuso lo scorso 24 dicembre , e poi – quando il lavoro del gruppo è proseguito con la raccolta di informazioni – con un comunicato diffuso l’11 gennaio, in concomitanza con l’incontro con gli ambasciatori accreditati presso l’Ordine che da sempre rappresenta l’inizio dell’anno per l’Ordine, così come lo è per la Santa Sede con l’incontro del Papa con il Corpo Diplomatico.
Carta Costituzionale dell’Ordine di Malta alla mano, il comunicato ribadiva che “la natura religiosa non esclude l’esercizio delle prerogative sovrane spettanti all’Ordine in quanto soggetto di diritto internazionale riconosciuto dagli Stati” e che “l’Ordine ha una rappresentanza diplomatica presso la Santa Sede, secondo le norme del diritto internazionale”
Da parte sua, Boselager aveva contestato i modi in cui la sua sostituzione era avvenuta, appellandosi in vari modi presso istituzioni giuridiche della Santa Sede, fino ad arrivare al Papa.
Di certo, la costituzione di un gruppo per raccogliere informazioni sulle vicende aveva creato l’idea che la Santa Sede contestasse tutto il lavoro umanitario svolto dall’Ordine di Malta. Per questo, un comunicato diffuso attraverso la Sala Stampa della Santa Sede lo scorso 17 gennaio lodava le iniziative dell’Ordine di Malta nel mondo, ribadendo “il suo appoggio ed incoraggiamento all’encomiabile lavoro che membri e volontari realizzano in varie parti del mondo, in compimento delle finalità dell’Ordine: la “tuitio fidei” (la difesa della fede) e l’ “Obsequium pauperum” (il servizio ai poveri, ai malati e alle persone più vulnerabili).”
La tensione era comunque altissima, ed è per questo probabilmente che Papa Francesco ha pensato opportuno chiedere a Fra’ Festing un passo indietro, per favorire una riconciliazione nell’Ordine. “Il Papa gli ha chiesto di dimettersi, e lui ha accettato”, ha detto un portavoce dell’Ordine di Malta.
Di fatto, Fra’ Festing è ancora formalmente Gran Maestro dell’Ordine. Prima che le sue dimissioni siano esecutive, si deve convocare il Gran Consiglio dell’Ordine di Malta, cui il Gran Maestro le deve presentare. Il Gran Consiglio dovrà eventualmente accettare le dimissioni, e convocare la riunione in cui si eleggerà il nuovo Gran Maestro.
Infatti, in un breve comunicato, l'Ordine di Malta sottolinea che "il Gran Magistero del Sovrano Ordine di Malta comunica che il Gran Maestro Fra’ Matthew Festing ha convocato il Sovrano Consiglio in seduta straordinaria per il giorno 28 gennaio per l’accettazione della sua rinuncia all’ufficio di Gran Maestro. Questo prevede La Carta Costituzionale del Sovrano Ordine di Malta all’articolo 16".
L’Ordine di Malta è composto di tre ceti. Il primo è costituito dai cavalieri di giustizia, detti anche professi, e i cappellani conventuali professi che devono emettere la professione dei voti di povertà castità e obbedienza, e che sono religiosi a tutti gli effetti. Il secondo ceto è quello di obbedienza. Gli appartenenti al secondo ceto si obbligano ad una vita di perfezione cristiana, secondo il proprio Stato, nello spirito dell’ordine e nell’ambito delle sue opere. Infine, il “terzo ceto” costituito da membri laici che non emettono voti religiosa, né promessa.
Solo il primo dei ceti - cui deve fare parte il Gran Maestro - è soggetto alle norme di Diritto Canonico, e risponde alla Congregazione degli Istituti di Vita Consacrata e delle società di Vita Apostolica.
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