Città del Vaticano , mercoledì, 25. gennaio, 2017 10:40 (ACI Stampa).
E’ Giuditta la protagonista di questa Udienza Generale di Francesco in Aula Paolo VI. Continuando il ciclo di catechesi sulla speranza cristiana, il Papa racconta ai presenti il coraggio di una donna che dà speranza al suo popolo. “Tra le figure di donne che l’Antico Testamento ci presenta – riflette il Pontefice- risalta quella di una grande eroina del popolo: Giuditta”.
Francesco inizia a raccontare la storia: “Il Libro biblico che porta il nome di Giuditta narra l’imponente campagna militare del re Nabucodonosor, il quale, regnando in Ninive, allarga i confini dell’impero sconfiggendo e asservendo tutti i popoli intorno. Il lettore capisce di trovarsi davanti ad un grande, invincibile nemico che sta seminando morte e distruzione e che arriva fino alla Terra Promessa, mettendo in pericolo la vita dei figli di Israele. L’esercito di Nabucodonosor, infatti, sotto la guida del generale Oloferne, pone l’assedio a una città della Giudea, Betulia, tagliando il rifornimento dell’acqua e fiaccando così la resistenza della popolazione”.
La fine sembra ormai vicina, ma soprattutto per Francesco “la capacità di fidarsi di Dio si è esaurita, e quante volte noi arriviamo a situazioni limite, dove noi non sentiamo più questa capacità, è una sensazione brutta e, paradossalmente, sembra che, per sfuggire alla morte, non resti che consegnarsi nelle mani di chi uccide”.
Il capo del popolo tenta di proporre un appiglio di speranza: resistere ancora cinque giorni. Se niente si risolverà allora si consegneranno alle mani del nemico. Cinque giorni concessi a Dio. “Qui è il peccato”, dice il Papa. “In realtà – continua - nessuno più, tra il popolo, è ancora capace di sperare”.
Ed è qui che interviene una donna, Giuditta. “Vedova, donna di grande bellezza e saggezza, ella parla al popolo con il linguaggio della fede, coraggiosa”, dice il Papa.