Roma , lunedì, 23. gennaio, 2017 17:05 (ACI Stampa).
Il primo consiglio permanente della CEI si apre con il ricordo di quanto accaduto fino a pochi giorni fa nell’Italia Centrale. Così il Cardinale Presidente Angelo Bagnasco ha aperto i lavori della sessione invernale, la prima del 2017.
La tragedia - ha osservato il porporato - “ci sta consegnando anche il volto migliore del nostro Paese, della nostra gente, pronta a mettere in gioco la propria vita per salvare quella altrui; disposta a rinunciare a qualcosa di proprio per condividerlo con chi tutto ha perso. Un grazie convinto lo rivolgiamo anche alle Istituzioni, a partire dalla Protezione Civile. La Chiesa continuerà a offrire un contributo concreto ed efficace al cammino del Paese”.
Lo sguardo del Cardinale si allarga a tutta l’Italia ricordando le “difficili condizioni in cui versa una fascia sempre più ampia di popolazione. La crisi economica continua a pesare in maniera significativa sulla nostra gente, specialmente sui giovani e sul Meridione”. In questo quadro Bagnasco si chiede come mai “tutti i provvedimenti a favore della famiglia – che potrebbero non solo alleviare le sofferenze, ma anche aiutare il Paese a ripartire – facciano così tanta fatica a essere realmente presi in carico e portati a effettivo compimento”. Bacchettata alla politica quando esamina “le proposte legislative che rendono la vita un bene ultimamente affidato alla completa autodeterminazione dell’individuo, sbilanciando il patto di fiducia tra il paziente e il medico. Sostegni vitali come idratazione e nutrizione assistite, ad esempio, verrebbero equiparate a terapie, che possono essere sempre interrotte. Crediamo che la risposta alle domande di senso che avvolgono la sofferenza e la morte non possa essere trovata con soluzioni semplicistiche o procedurali; la tutela costituzionale della salute e della vita deve restare non solo quale riferimento ideale, bensì quale impegno concreto di sostegno e accompagnamento”.
Come Papa Francesco, anche il Cardinale Bagnasco affronta il tema migranti e in particolare i minori non accompagnati. “La Chiesa è in prima linea nell’accoglienza: dove questa parola non richiama soltanto servizi offerti, ma famiglia, comunità, dialogo interculturale, iniziative di integrazione. In questa prospettiva, diventa importante sia il riconoscimento della cittadinanza ai minori che hanno conseguito il primo ciclo scolastico, sia la possibilità di affidare i minori non accompagnati a case famiglia: le centinaia di esperienze promosse nelle nostre parrocchie costituiscono una conferma circa la direzione su cui andare”.
L’Arcivescovo di Genova offre poi una panoramica sulla Chiesa italiana. In primis la gratitudine per il lavoro dei sacerdoti, “episodi di infedeltà al ministero e di oggettivo scandalo sono motivo di dolore, ma non fanno comunque venir meno la stima e l’ammirazione per il Presbiterio nel suo complesso”. Ai sacerdoti Bagnasco ricorda l’importanza della “relazione di amicizia con il Signore: non esiste un pascere il gregge che non sia sostanziato dall’incontro personale con Gesù Cristo e dal permanere in Lui”.