Roma , venerdì, 20. gennaio, 2017 14:00 (ACI Stampa).
Quest’anno il pantheon dei martiri e testimoni cristiani del XX secolo all’Isola Tiberina si è “arricchito” delle reliquie di due nuovi beati polacchi: Zbigniew Strzałkowski e Michał Tomaszek. I due francescani polacchi furono assassinati il 9 agosto 1991 in Perù per mano dei membri di “Sendero luminoso”, l’organizzazione armata d’ispirazione maoista.
Commentando il loro assassinio Giovanni Paolo II disse: “Sono i nuovi santi martiri del Perù”. La profezia del Pontefice si è verificata 24 anni dopo la loro morte: il 3 febbraio quando la Congregazione delle Cause dei Santi ha riconosciuto il martirio dei Servi di Dio Zbigniew e Michał e Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto riguardante il loro martirio. La solenne Messa di beatificazione presieduta dal card. Amato è stata celebrata il 5 dicembre 2015, nella città peruviana di Chimbote, diocesi dove svolgevano la loro missione i martiri.
La cerimonia di consegna delle reliquie (i sandali del beato Michał Tomaszek, il calice usato dai beati e l’ampolla con la terra dove è avvenuto il martirio) ha avuto luogo alle 20,30 del 19 gennaio ed è stata presieduta da mons. Marco Gnavi dalla Comunità di Sant’Egidio alla presenza del ministro generale dell’ordine dei Frati Minori Conventuali, p. Marco Tasca, dei superiori dei francescani di vari Paesi, dai confratelli dei martiri venuti dalla Polonia e del rettore del santuario, don Angelo Romano.
La storia dei martiri polacchi del Perù conferma ancora una volta che la storia del Cristianesimo è una lunga storia di martirio che dura da venti secoli. In ogni epoca uomini e donne sono stati uccisi o perseguitati per il solo fatto di essere i discepoli di Cristo o di voler vivere secondo il Vangelo. La persecuzione non è cessata nemmeno nei nostri tempi e il XX secolo ne è la prova. Il 7 maggio dell’anno del Grande Giubileo 2000 Giovanni Paolo II disse al Colosseo: “L’esperienza della II Guerra Mondiale e degli anni successivi mi ha portato a considerare con grata attenzione l’esempio luminoso di quanti, dai primi anni del Novecento sino alla sua fine, hanno provato la persecuzione, la violenza, la morte, per la loro fede e per il loro comportamento ispirato alla verità di Cristo. E sono tanti! La loro memoria non deve andare perduta, anzi va recuperata in maniera documentata”.
Per recuperare tale memoria il Papa polacco ha istituito la Commissione “Nuovi Martiri” auspicando il carattere ecumenico di tale ricerca perché convinto dell’importanza dell’”ecumenismo del martirio”. Negli anni 1999-2000 la Commissione voluta da Giovanni Paolo II aveva la sua sede negli ambienti attigui alla basilica di San Bartolomeo all’Isola nel cuore di Roma, che dal 1993 è affidata alla comunità di Sant’Egidio.