Venezia , sabato, 21. gennaio, 2017 10:00 (ACI Stampa).
Non c’è contrasto tra l’essere maestri e l’essere testimoni. Un principio che non è scontato per tutti, ma un interessante convegno dedicato al cardinale Newman e a Edit Stein lo ha messo in evidenza. Maestri perché testimoni, questo il senso delle relazioni che per due giorni sono state proposte nella sede dell’ Istituto Universitario Salesiano di Venezia il 19 e 20 gennaio scorsi.
“Oggi la parola coscienza è un termine equivoco e spesso frainteso” ha spiegato padre Hermann Geissler del Centro Internazionale Amici di Newman di Roma. “Con il suo cammino di vita e con la sua solida dottrina il beato John Henry Newman può aiutarci a riscoprire il vero significato della coscienza come eco della voce di Dio, rigettando nel contempo interpretazioni insufficienti, unilaterali e dannose. Newman ha sempre affermato pienamente la dignità e il primato della coscienza, senza deviare mai dal cammino della verità. Per lui, la coscienza è l’avvocata della verità nel nostro cuore, è “l’originario vicario di Cristo”.
Coscienza dunque come via per la testimonianza. Così anche in Santa Teresa della Croce, come ha ricordato la professoressa Angela Ales Bello che ha ricordato come Edith Stein, discepola di Edmund Husserl, arrivi a definire il rapporto con le altre persone. E la “persona è definita “umana” dalla Stein perché confrontata con le Persone Divine, di cui è immagine nell’unità e molteplicità della sua costituzione: analisi fenomenologica, riflessione metafisica e teologia trinitaria trovano, alla fine del cammino di ricerca della filosofa, una straordinaria sintesi”.
Particolarmente interessante il confronto tra il personalismo di Newman e quello di Karol Wojtyła proposto dal professore statunitense John F. Crosby.
Una lettura della teologia del corpo in Wojtyła porta alla comprensione del fatto che la svolta di Wojtyła verso il soggetto è un aspetto fondamentale del pensiero di Newman. Spiega Crosby che per che per Wojtyła “l’uomo si rivela come persona in modo particolare quando si rivela come irripetibile, unico, insostituibile” e quindi “in base a questo criterio Newman è un pensatore profondamente personalista, dato che egli comprende profondamente questo mistero della persona”.