Nel libro è bene in evidenza anche come Gerusalemme sia il luogo sacro per tre religioni, perché descrizioni e racconti di quei luoghi sono presenti in tutte le letterature.
Certo per ogni religione cambiava il luogo davvero sacro all’interno della Città Sacra per eccellenza, ma tutto lascia capire come la letteratura su Gerusalemme sia fondamentale anche oggi per comprendere anche il senso stesso del dialogo tra le religioni.
Il libro racconta come gli scrittori greci spiegano Gerusalemme.
In alcuni si spiega quanti scalini vanno fatti per arrivare in un luogo, le vie, le distanze, i proprietari dei luoghi, i permessi da chiedere, i pericoli, i nemici da affrontare, gli eretici da fuggire.
Niente di romantico, insomma. Piuttosto una letteratura da viaggio che somiglia molto alle nostre guide più dettagliate per viaggiatori “avventurosi”.
Nonostante le necessità pratiche, nelle guide medievali greche si vede quello che gli autori definiscono “qualche luccichio che fa del documento non una mera lista asettica di monumenti accompagnati da un retroterra biblico, ma anche una sincera testimonianza di un’epoca che vedva moltitudini di credenti, che i riti, le Chiese ufficiali, e la politica internazionale avevano divisi”.
Un panorama che assomiglia molto a quello odierno, si potrebbe dire.
Così si leggono passi di Epifanio Agiopolita, Giovanni Fokas, e Predikas Protonotario, ma anche di alcuni testi di anonimi redattori che descrivono perfino il numero dei lumi che coronano il Santo Sepolcro, divisi per appartenenza di rito: “17 lumi, 5 degli ortodossi, 5 dei Franchi, 2 degli Armeni, 2 dei Copti, 1 dei Siri, 2 degli Abissini”.
Una lettura che è un viaggio da non perdere e non solo a Gerusalemme, ma anche nella storia del cristianesimo orientale, delle divisioni che feriscono come delle differenze che arricchiscono. Molto indicato in questa settimana di preghiera per l’ unità di cristiani che stiamo vivendo.
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