Torino , martedì, 17. gennaio, 2017 18:00 (ACI Stampa).
“La Giornata nazionale di dialogo ebraico-cristiana è un appuntamento divenuto tradizionale, nel senso più forte del termine: scandisce cioè la nostra vita dandole un contributo specifico di significato”. Cosi l’Arcivescovo di Torino, Monsignor Nosiglia ha salutato tutti i presenti in occasione della visita alla comunità ebraica di Torino.
“L’incontro che stiamo vivendo qui a Torino – sottolinea l’Arcivescovo - in sinergia con tanti altri incontri che si stanno tenendo in questi giorni nelle diverse città italiane, testimonia infatti ancora una volta la scelta convinta e irrevocabile di tutta la Chiesa di vivere rapporti di fraternità e di stima con il popolo ebraico, confermando l’impegno comune per il proseguimento di un dialogo fecondo”.
Questa giornata è “nostra”, cosi la definisce monsignor Nosiglia, “perché condivisa nella riflessione e nella fraternità, e perché esprime la reciproca responsabilità di ebrei e cristiani di tutte le confessioni nel vivere la comunione e la solidarietà da concretizzare in forme differenziate nel tempo e nelle diverse situazioni di vita”.
Per i prossimi cinque anni la commissione ebraico-cristiana incaricata di curare questa Giornata a livello italiano, ha scelto di proporre alla comune riflessione un brano preso da cinque libri biblici, che nella Bibbia Ebraica costituiscono le cinque “meghillot” (i rotoli): Rut, Cantico dei Cantici, Qoelet, Lamentazioni, Ester.
“Il libro di Ruth – spiega l’Arcivescovo di Torino - ci propone una storia antica e nuova: quella di una famiglia di Betlemme che, spinta dalla carestia, si sposta nella terra di Moab, e in tale terra mette le prime radici: i due figli della famiglia ebraica emigrata sposano donne locali esprimendo la scelta di inserirsi in tale contesto pur mantenendo la propria fede. La morte del padre e poi dei due figli maschi pone fine a questo progetto, e si apre per l’anziana madre vedova, Noemi, la decisione di ritornare a Betlemme, lasciando le nuore libere di rimanere nella loro terra. Tra esse Ruth sceglie di seguire Noemi, rinunciando al proprio popolo e ai propri dei, e accettando di essere straniera in terra di Israele. Grazie all’affetto e alla devozione verso la suocera – che la ricambia – e attraverso l’incontro con Booz, Ruth ritroverà una rinnovata integrazione nella famiglia del marito di cui era rimasta vedova, e dunque nel popolo di Israele, tanto da divenire antenata del re Davide”.