Roma , lunedì, 16. gennaio, 2017 16:00 (ACI Stampa).
Comincia il prossimo sabato con il plenum del Consiglio delle donne prelatura il processo che porterà all’elezione del nuovo prelato dell’Opus Dei, dopo la morte di monsignor Javier Echevarria per insufficienza respiratoria lo scorso 12 dicembre. Ed è un segnale di quanto sia importante il ruolo della donna all’interno del governo della prelatura. Anche perché sono donne il 57 per cento di quanti aderiscono all’Opus Dei.
Attualmente fanno parte della prelatura 92.600 persone, delle quali 2.083 sono sacerdoti. Alla Società Sacerdotale della Santa Croce appartengono, oltre ai sacerdoti incardinati nella prelatura, altri 1.900 sacerdoti incardinati nelle varie diocesi di tutto il mondo. Sul totale, approssimativamente, il 57% sono donne e il 43% uomini.
È un dato concreto, e sarebbe tutto da studiare perché la vocazione dell’Opus Dei, di una santità nel mondo del lavoro, attragga in percentuale più le donne degli uomini, e lo faccia in maniera quasi "bulgara" in alcuni dei Paesi più poveri, come il Guatemala. Forse è perché le donne sono più portate a vivere la vocazione nella vita quotidiana, azzarda qualcuno. Di certo, lo Statuto della Prelatura dà al Consiglio delle donne un ruolo importante nel processo di elezione del nuovo prelato, che comincia il prossimo 21 gennaio.
Funziona così: le donne si riuniranno, e ognuna di loro esprimerà una preferenza per quello che deve essere il nuovo prelato, che deve comunque avere una serie di caratteristiche stabilite dagli Statuti: il Prelato deve essere un sacerdote, di almeno 40 anni, che sia membro del Congresso, che faccia parte della Prelatura da almeno dieci anni e sia sacerdote da almeno cinque anni; e deve distinguersi in alcune virtù come la carità, la prudenza, la vita di pietà, l’amore per la Chiesa e il suo Magistero, e la fedeltà all’Opus Dei; deve possedere una profonda cultura, sia nelle scienze ecclesiastiche che nelle profane, e avere adeguate doti di governo pastorale. Sono requisiti analoghi a quelli che il diritto canonico richiede per la candidatura all’episcopato.
“Il Consiglio delle donne è l’Assessorato centrale – spiega la professoressa Inés Llorens, canonista – ed ha un ruolo importante nel governo dell’Opera. San José Maria ha voluto che le donne avessero una parte specifica per dire le cose e ha voluto che questo fosse manifesto negli Statuti dell’Opera. Il fatto che noi siamo le prime a dire la nostra opinione, è una cosa importante. Quella voce viene ascoltata sempre”.