Città del Vaticano , giovedì, 5. gennaio, 2017 11:41 (ACI Stampa).
“Il “sì” totale e generoso di una vita donata è simile ad una sorgente d’acqua, nascosta da tanto tempo nelle profondità della terra, che attende di sgorgare e scorrere all’esterno, in un rivolo di purezza e freschezza”. Parla di servizio e di missione il discorso consegnato da Papa Francesco ai partecipanti del Convegno promosso dall’Ufficio nazionale per la Pastorale delle vocazioni della Conferenza episcopale italiana, sul tema “Alzati, va’ e non temere. Vocazioni e Santità: io sono una missione”, a Roma dal 3 al 5 gennaio. Il Papa li ha ricevuti, circa 800 persone, in udienza nella mattinata in Aula Paolo VI e a tutti ha rivolto l’invito a mettersi in cammino verso il prossimo Sinodo dei vescovi del 2018 dedicato ai giovani.
Per Francesco nel servizio occorrono “passione e senso di gratuità”. “La passione - spiega il Pontefice - del coinvolgimento personale, nel saper prendervi cura delle vite che vi sono consegnate come scrigni che racchiudono un tesoro prezioso da custodire. E la gratuità di un servizio e ministero nella Chiesa che richiede grande rispetto per coloro di cui vi fate compagni di cammino”.
“Per essere credibili - spiega il Papa ai presenti - ed entrare in sintonia con i giovani, occorre privilegiare la via dell’ascolto, il saper perdere tempo nell’accogliere le loro domande e i loro desideri”.
Per Francesco ciò che conta nell’attenzione vocazionale è “l’attenzione privilegiata alla vigilanza e al discernimento. È “avere uno sguardo capace di scorgere la positività negli eventi umani e spirituali che incontriamo”.
“C’è l’urgenza - raccomanda il Pontefice - di riportare dentro alle comunità cristiane una nuova “cultura vocazionale”. Non stancatevi di ripetere a voi stessi: “io sono una missione” e non semplicemente “io ho una missione”. Essere missione permanente richiede coraggio, audacia, fantasia e voglia di andare oltre, di andare più in là”.