Città del Vaticano , mercoledì, 13. maggio, 2015 17:52 (ACI Stampa).
Eleggeranno domani il loro nuovo presidente, e le attese sono tutte lì. Ma il dibattito riguardante Caritas Internationalis è più ampio. Si tiene la prima assemblea generale da quando gli statuti di Caritas Internationalis sono stati riformati. Con il motu proprio “Intima Ecclesiae Natura,” Benedetto XVI aveva rafforzato la collaborazione tra Caritas Internationalis e Santa Sede, con l’idea di rendere viva e presente l’identità della Chiesa Cattolica. La linea guida degli statuti era proprio quella della Carità nella Verità, che è anche il titolo dell’enciclica sociale di Benedetto XVI. Come è stata implementata in questi tre anni? E come lo sarà ancora?
Si delinea probabilmente tra questi due poli il discorso degli oltre 300 delegati provenienti dalle 165 agenzie sotto l’ombrello di Caritas Internationalis nel mondo. Nel suo discorso introduttivo, il Cardinal Oscar Andrés Rodriguez Maradiaga, indica due stelle polari: l’Arcivescovo Oscar Arnulfo Romero, di San Salvador, perché “nel sangue che ha versato in nome dei poveri c’è la nostra forza per continuare la nostra lotta contro la povertà e l’ingiustizia.” E poi Paolo VI, padre fondatore della confederazione delle Caritas, la cui “visione a lungo termine di una risposta cattolica unitaria all’oscurità che appesta le vite di molti dei nostri fratelli e sorelle è la colla che ci tiene insieme.”
Se Paolo VI è stato l’ispiratore della Confederazione, Mario dal Toso, segretario del Pontificio Consiglio Cor Unum, ricorda che l’idea della Caritas venne nel 1951 a Pio XII. Dal Toso ricorda tutti gli interventi di riforma degli Statuti, spiega come l’idea della Caritas si è sviluppata, e nota come il motu proprio di Benedetto XVI è stato usato da alcune conferenze episcopali per aggiornare gli statuti delle loro Caritas diocesane. “Dato che Papa Francesco si focalizza molto sulla carità nella vita della Chiesa, non posso sottolineare abbastanza come per i vescovi è una grande opportunità usare questo strumento in modo da porre il servizio della carità al centro della vita della Chiesa, come uno dei suoi obiettivi principali.
Un po’ quello che ha detto Michel Roy, segretario generale uscente e in via di riconferma di Caritas Internationalis, parlando con i giornalisti in conferenza stampa il 12 maggio. “Grazie al motu proprio, abbiamo potuto dire ai vescovi di centrarsi sulla carità. Prima facevano la catechesi, la dottrina, e lasciavano a noi la carità,” ha spiegato Michel Roy.
Eppure queste parole possono anche lasciar pensare al rovesciamento della medaglia. Il motu proprio dava a Caritas Internationalis un legame con la Santa Sede, un coordinamento centrale, mentre il rischio è che Caritas diventi il centro di tutto, cui i vescovi devono sottostare. Si tratta di “Carità nella Verità” o di “Verità nella Carità”?