Città del Vaticano , lunedì, 2. gennaio, 2017 15:30 (ACI Stampa).
La Chiesa piange del dolore dei piccoli innocenti di oggi. Non solo dei bambini che hanno dovuto interrompere la loro istruzione, quelli oggetto di traffico sessuale, quelli costretti a migrare. La Chiesa piange anche di fronte “al peccato di alcuni suoi membri”, di fronte alla “sofferenza, la storia e il dolore dei minori che furono abusati sessualmente da sacerdoti”. Un “peccato che ci fa vergognare” e di cui la Chiesa “chiede scusa”, e per cui il Papa rinnova la linea della "tolleranza zero". Questo il contenuto di una lettera di Papa Francesco inviata ai vescovi di tutto il mondo nel Giorno dei Santi innocenti, il 28 dicembre scorso. Una lettera il cui testo viene reso noto dalla Sala Stampa vaticana oggi.
La festa dei Santi Innocenti, i bambini fatti uccidere da Erode nella affannosa ricerca di quel Messia che avrebbe rovesciato il suo trono, si festeggia tre giorni dopo il Natale, come a sottolineare il legame tra la loro vicenda tragica e la promessa di salvezza entrata nel mondo con la nascita di Gesù. Una promessa che rappresenta una gioia che Papa Francesco chiede a più ripresa dalla lettera di “non farsi rubare”.
Perché gli Evangelisti – racconta il Papa – “non si permisero di mascherare la realtà per renderla più credibile e appetibile, non si permisero di realizzare un discorso bello ma irreale”, perché per loro “il Natale non era “un rifugia immaginario in cui nascondersi di fronte alle sfide e alle ingiustizie del tempo”. E dunque si racconta anche il gemito delle madri private dei figli, “un gemito che anche oggi possiamo continuare ad ascoltare, che ci tocca l’anima e che non possiamo e non vogliamo ignorare né far tacere”.
Afferma Papa Francesco: “Oggi tra la nostra gente, purtroppo – e lo scrivo con profondo dolore –, si ascoltare ancora il lamento e il pianto di tante madri, di tante famiglie, per la morte dei loro figli, dei loro figli innocenti”.
Il Papa sottolinea che oggi “ascoltiamo anche il pianto e il lamento della nostra madre Chiesa, che piange non solo davanti al dolore procurato nei suoi figli più piccoli, ma anche perché conosce il peccato di alcuni dei suoi membri: la sofferenza, la storia e il dolore dei minori che furono abusati sessualmente da sacerdoti”.