Bologna , lunedì, 2. gennaio, 2017 14:00 (ACI Stampa).
La 49esima marcia della pace, organizzata con il sostegno della Cei e di molti movimenti cattolici ha fatto tappa a Bologna, meditando il tema della nonviolenza, nella prospettiva sostenuta da Papa Francesco nel messaggio della giornata mondiale per la pace, ‘La nonviolenza: stile di una politica per la pace’.
L’anno prossimo sarà il cinquantenario di una iniziativa che ebbe luogo la prima volta a Sotto il Monte, città natale del papa san Giovanni XXIII, con un titolo mutuato da una frase di p. David Maria Turoldo: ‘La pace non è americana, come non è russa, romana o cinese; la pace vera è Cristo’. In quell’anno straordinario della fede papa beato Paolo VI scrisse il primo messaggio per la pace con lo scopo di ‘difendere la pace nei confronti dei pericoli, che sempre la minacciano’: “Pace non è pacifismo, non nasconde una concezione vile e pigra della vita, ma proclama i più alti ed universali valori della vita; la verità, la giustizia, la libertà, l'amore. Ed è per la tutela di questi valori che Noi li poniamo sotto il vessillo della pace, e che invitiamo uomini e Nazioni, e innalzare, all'alba dell'anno nuovo, questo vessillo, che deve guidare la nave della civiltà, attraverso le inevitabili tempeste della storia, al porto delle sue più alte mete”.
Da allora le marce della pace del 31 dicembre, percorrendo le strade di tante città italiane, si sono sempre più confermate come momenti forti di sensibilizzazione sui problemi più urgenti della società e del mondo intero. Quest’anno, la marcia della pace ha dunque fatto tappa a Bologna, meditando appunto il tema della non violenza, che “non è solo un fatto morale, ma deve essere un atteggiamento attivo, capace di generare gesti concreti”, ha affermato durante il convegno che l’ha preceduta mons. Fabiano Longoni, direttore nazionale dell’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro della Cei.
“Si marcia – ha aggiunto mons. Longoni - perché la pace per noi è accoglienza di coloro che fuggono dalla guerra e dalla morte e per dare libera espressione alle proprie idee di pace e di giustizia”.
Mons. Giovanni Ricchiuti, presidente italiano di Pax Christi e vescovo della diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, ha evidenziato l’importanza della marcia, data “dall’essere popolo della pace che si mette in cammino sempre alla ricerca della vera pacificazione della vita dei popoli”. Una pace, ha evidenziato il presule all’inizio della marcia, “che può essere generata dalla sua radice che è la non violenza, parola che non dobbiamo avere paura di pronunciarla neanche nella Chiesa”.