Corleone (PA) , giovedì, 12. gennaio, 2017 9:00 (ACI Stampa).
In un imprecisato giorno della prima metà del milleseicento, un giovane calzolaio di nome Filippo Latini in un piccolo paesino della Sicilia si difende in un duello da un nobile signore che lo aveva sfidato. Il fatto curioso è che chi si sta alacremente difendendo è la “prima spada di Sicilia”e lo sfidante rimane gravemente ferito.
Questo episodio che sembra uscito dalla penna di un agiografo del post Rinascimento è realmente accaduto ed è alla base di una profonda crisi spirituale che stava attraversando il giovane Filippo Latini. Tanto era arrivato al momento della sua spirituale conversione che il giovane lascia il suo lavoro e la propria ambizione agonistica e si fa frate cappuccino divenendo da quel momento in poi Fra Bernardo da Corleone (1605-1667).
La stessa ansia che aveva da laico la manterrà costante anche in convento. Infatti dalle cronache risulta che tanto era il suo modo di procedere nelle varie incombenze del vivere quotidiano che teneva “a caldizza” (espressione tipica del dialetto siciliano che indica la velocità e la voglia di fare). Questa sua forza di volontà lo trasformerà sempre più in un uomo di penitenza e di preghiera trasformandolo in un alter Christus. Sono note a chi è vissuto con lui le penitenze alle quali puntualmente si sottoponeva quali ad esempio passare nottate in preghiera, mortificare il suo corpo con catenelle e cilici e soprattutto essere un padre amoroso per i poveri che spesso bussavano al convento. Peregrinerà i vari conventi della sua terra con le incombenze di fratello coadiutore e facendo del bene al prossimo fino al giorno del suo transito in cielo avvenuto nel 1667.
Il suo carattere, deciso e fermo, sarà anche modello per personaggi del mondo letterario. Manzoni nei sui “Promessi Sposi” prenderà il beato siciliano come modello per disegnare la splendida figura del suo Fra Cristoforo da Pescarenico che difenderà i sposi addirittura puntando il dito davanti ad un tracotante e superbo don Rodrigo con la celebre frase”verrà un giorno che..”. E quel giorno è arrivato ma con la morte del signorotto nel lazzaretto di Milano davanti a Renzo che stendeva il suo perdono su tanta protervia del nobile. E frate Bernardo sarà questo in tutta la sua vita: strenuo difensore di chiunque a lui si rivolgeva ed a tutti stendeva una mano ed un pane.