Carpi , domenica, 1. gennaio, 2017 10:00 (ACI Stampa).
Iniziamo oggi un nuovo anno e tutti, in questo giorno ci scambiamo gli auguri e fingiamo di credere che l’anno che si apre davanti a noi sarà migliore di quello passato. Si tratta di un bisogno, direi quasi di un’esigenza del cuore, pensare che per noi c’è un bene che ci attende e che possiamo conseguirlo.
Ebbene, oggi con la solennità di Maria Madre di Dio la Chiesa, ancora una volta, ci annuncia che il tempo non è uno scorrere sempre uguale, senza capo e senza coda. Nella pienezza dei tempi, ci ha ricordato la seconda lettura, è venuto il Figlio di Dio, nato da una donna, il quale ha dato consistenza, direzione, novità al tempo.
Nello scorrere, molto spesso monotono dei giorni, è ormai presente Cristo il quale rende possibile a noi, uomini e donne peccatori, la speranza, la possibilità di amare e di costruire relazioni diverse con Dio e i fratelli e divenire, così, operatori di pace.
Il secondo pensiero che vorrei sviluppare è dato dal fatto che dove c’è un figlio lì c’è anche una madre. Madre e figlio non sono separabili. Il Vangelo ci dice qual è il compito della Vergine Maria e di ogni madre degna di questo nome nei confronti del proprio figlio: “custodire”. La missione della madre è prima di tutto “custodire” il figlio concepito e poi il figlio nato da lei, quindi le parole e gli eventi che accadono intorno al figlio. Un figlio, infatti, non appartiene ai genitori, ma viene semplicemente affidato al loro amore: è un dono, appunto, da custodire.
Maria, tuttavia, non è la madre di un figlio qualunque, ma è la Madre del Figlio di Dio e in Lei, in seguito a questo privilegio, è presente anche un secondo atteggiamento: “meditare”. Il mistero di Gesù non è facile da comprendere. Richiede una disponibilità fatta di amore, di umiltà, di fedeltà, di condivisione.