Aden , martedì, 27. dicembre, 2016 13:30 (ACI Stampa).
Padre Tom, il sacerdote salesiano rapito in Yemen al termine di un attacco che ha portato al massacro delle Missionarie della Carità che operavano nel Paese, sarebbe ancora vivo. La conferma arriva da un video, caricato su YouTube lo scorso 24 dicembre, in cui appare un padre Tom con la barba lunga e segni di sofferenza, che si appella alla comunità internazionale e al Papa per la sua liberazione.
Padre Tom Uzhunnalil, salesiano, originario del Kerala, era stato sequestrato lo scorso 4 marzo da un commando che aveva attaccato la casa di riposo delle Missionarie della Carità di Aden, nello Yemen, uccidendo quattro religiose e altre 12 persone ospiti della casa. Padre Tom – secondo il racconto di suor Sally, una sopravvissuta – all’irrompere del commando si era precipitato nel tabernacolo per impedire agli aggressori di prendere le ostie consacrate, e lì era stato prelevato. Da allora, non si erano avute notizie, e sia dalla Congregazione Salesiana che dal Vicariato della Penisola Arabica c’erano stati ripetuti appelli alla prudenza, specialmente quando si era diffusa a Pasqua la notizia che padre Tom sarebbe stato crocifisso dal commando islamico.
Mai si erano comunque perse le speranze di avere padre Tom vivo, e un canale era stato attivato anche dal governo indiano, dato che padre Tom proviene proprio dall’India. Un altro video era stato diffuso, e anche in questo caso si erano espressi dubbi sulla sua veridicità. Lo scorso settembre, padre Joseph Chinnaiyan, vicesegretario della Conferenza Episcopale Indiana, aveva sottolineato che la Chiesa è in contatto costante con il governo indiano.
Il video diffuso lo scorso 24 dicembre dura cinque minuti. Nel video, padre Tom parla in inglese, si dice triste perché “non è stata fatta alcuna azione seria per ottenere la sua liberazione”, sottolinea che “la sua salute peggiora” e che avrebbe bisogno di essere ricoverato in ospedale al più presto, si dice “triste e depresso”, chiede aiuto per la sua liberazione alla “comunità cristiana in India, ai vescovi e ai sacerdoti”, e si rivolge direttamente a Papa Francesco per chiedere aiuto. Padre Tom lancia anche un’accusa all’occidente, dicendo che “nessuna iniziativa seria è stata presa perché provengo dall’India. Se fossi un sacerdote europeo, sarei preso molto più sul serio”.
Dopo la diffusione del video, Susham Swaraj, ministro degli Esteri indiano, ha detto che l’India non “avrebbe risparmiato gli sforzi” per assicurarsi il rilascio di padre Tom, come già è successo con Judith D’Souza, rapita a Kabul e Padre Alexis Prem Kumar, il sacerdote rapito a giugno 2014 ad Herat, in Afghanistan.