Tolentino , lunedì, 26. dicembre, 2016 14:00 (ACI Stampa).
Questo anno il presepe della Camera dei deputati è stato ‘costruito’ da Tolentino, uno dei molti centri del Centro Italia colpiti dal terremoto, ad opera di tre artigiani locali: Alberto Taborro, Enzo Grassettini e Sandro Brillarelli, su invito della presidente della Camera, on. Laura Boldrini.
Inoltre in città si possono segnalare altri due presepi che mettono al centro quello che la gente ha vissuto in questi mesi, cosicché nel quartiere più ‘massacrato’ dalla scossa del terremoto del 30 ottobre scorso Gesù bambino diventa ‘terremonato’, come si legge nella grande scritta nel sottotetto della palazzina sventrata, simbolo dei danni del sisma che ha reso inagibile gran parte del quartiere di viale Vittorio Veneto. E ora è lo scenario del presepe, voluto dal quartiere e montato dai vigili del fuoco.
C’è la sacra famiglia, il cartellone a grandi lettere e un faretto che lo illumina. La natività tra le macerie non è l’unico presepe ispirato al sisma: anche nel presepe del quartiere Foro Boario ci sono le chiese san Nicola, san Francesco e san Catervo, tutte inagibili, che nelle figurine in miniatura, realizzate dai residenti del quartiere, fanno bella mostra con la natività, come ha spiegato la presidente del comitato di quartiere, Michela Cesari: “Dopo il terremoto non sentivamo più le campane delle chiese, tutte chiuse, e abbiamo pensato a questo presepe per far rivivere la città. La natività è ospitata nel torrione che è simbolo del nostro quartiere”.
Questi episodi raccontati sono alcuni esempi della forza della rinascita di una popolazione colpita dal terremoto: natività con lo sfondo del terremoto sono state create anche ad Ussita, Visso, Castelsantangelo sul Nera, Camerino, Accumoli, Arquata del Tronto ed altri piccoli centri comunali sommersi dalle macerie, ma non annientati, come ha affermato nel messaggio l’arcivescovo dell’arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche, mons. Francesco Brugnaro: “Il cristiano vive in pienezza la sua umanità, senza steccati e senza recinzioni di sorta perché è proprio nel rapporto con la realtà che si gioca la sua fede.
La perdita della realtà rimane, oggi come ieri, uno dei problemi più gravi dell’uomo, in particolare di noi contemporanei. La pretesa di manipolarla a piacere, di evadere da essa o di inventare dei surrogati ci toglie la vita. Dio si è fatto uomo: la sua scelta di abitare la nostra storia ci restituisce a noi stessi e ci svela il mistero delle cose e della realtà qual era nel disegno divino. Troppo spesso la nostra vita trascorre nell’insignificanza e nella superficialità… Ma le cose stanno proprio al contrario. Il mondo, lasciato a se stesso, è davvero un enigma e non sa illuminarci sulle domande che contano, sulla nostra origine e la nostra méta, sul significato dei nostri giorni. In questo contesto, va inserita anche l’esperienza che stiamo vivendo dal 24 agosto scorso.