Città del Vaticano , lunedì, 19. dicembre, 2016 14:00 (ACI Stampa).
Armonioso stupore. Cosi Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, definisce il capolavoro neoclassico italiano del Braccio Nuovo, che verrà riaperto al pubblico il prossimo 22 dicembre, nel complesso espositivo dei Musei Vaticani.
Ben 7 anni di cantiere aperto e 5 anni di lavoro effettivo. Questi i numeri del complesso restauro che ridona vita a 140 opere del Braccio Nuovo, capolavoro assoluto del neoclassicismo italiano.
Il Braccio Nuovo nasce per volontà di Papa Pio VII Chiaramonti con lo scopo di ospitare la magnifica raccolta di sculture classiche, formatasi grazie alla lungimirante politica di acquisizioni sostenuta dai pontefici.
L’incarico viene affidato a due protagonisti della scena artistica romana: Raffaele Stern, architetto dei Sacri Palazzi Apostolici, e lo scultore Antonio Canova, artefice del recupero delle opere vaticane trafugate da Napoleone. A loro è dato il compito di sovrintendere alle scelte architettoniche, iconografiche e museografiche del grandioso progetto.
Antonio Paolucci, durante la conferenza stampa di presentazione ai giornalisti, cita secondo lui l’autore più importante delle opere: Antonio Canova: “Lui ha saputo dare in queste sculture, realizzate nel 1822, ultimo anno della sua vita, il tepore della vita. Canova ritorna nella civiltà del colore veneziano, dove era nato. E’ lui che dona vita al trionfo del colore in quest’opera”.