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Aspettando la liberazione di Aleppo. “Finalmente c’è un cardinale in Siria”

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La lettera inviata da Papa Francesco al presidente Assad attraverso il Cardinale Mario Zenari racconta meglio di ogni altra cosa l’uso che verrà fatto del nuovo rango del nunzio in Siria. E lo sottolinea anche Jacques Benhan Hindo, arcivescovo siro-cattolico di Hassaké-Nisibi. “Nessun cardinale è venuto in Siria, nessuno ha portato il suo sostegno. Ora il Papa ha dato un cardinale alla Siria, che deve rimanere in Siria,” dice.

L’arcivescovo Hindo non ha peli sulla lingua, e ragiona in termini pratici, prima che in termini ideologici. “Credo che se la Siria potrà liberare Aleppo – commenta – le prospettive saranno migliori, perché tutto adesso è centrato su Aleppo, e nessuno (né l’Occidente, né l’America, né l’Arabia Saudita né altri Paesi, inclusa la Turchia) vogliono che Aleppo cada nelle mani dei siriani”. Invece, la volontà dei siriani è soprattutto quella di vincere le fazioni terroristiche con a capo il Daesh (un altro acronimo per definire lo Stato Islamico). 

L’arcivescovo Hindo non vuole soffermarsi sulla sola situazione dei cristiani. “Ci sono anche curdi, yazidi, drusi… tutti coloro che vogliono uno Stato siriano che non sia composto secondo l’ideologia Daesh sono perseguitati. Noi sappiamo che tuttti vengono uccisi”, dice l’arcivescovo Hindo.

Che aggiunge: “Noi cristiani non siamo violenti, non vogliamo dare la violenza. Abbiamo questa violenza che ci colpisce in fondo”.

Dalla Santa Sede, monsignor Hindo si aspetta presenza, oltre che lavoro diplomatico. E per questo sottolinea: “Creando il nunzio Zenari cardinale, e lasciandolo come nunzio apostolico in Siria, Papa Francesco ha fatto un colpo da maestro. È un grande messaggio per i siriani. Io da sempre mi aspettavo che un cardinale venisse a trovarci, perché nessuno è venuto. Ora il nunzio stesso è cardinale, e rimane in Siria!”

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