Città del Vaticano , venerdì, 9. dicembre, 2016 18:00 (ACI Stampa).
Lo Spirito Santo e il carisma del discernimento. E’ il tema su cui si è soffermato padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, per la seconda predica di Avvento, stamani nella Cappella Redemptoris Mater in Vaticano, alla presenza di Papa Francesco e della Curia romana.
Padre Raniero Cantalamessa prosegue le riflessioni sull’opera dello Spirito Santo nella vita della Chiesa e del cristiano, soffermandosi in particolare sul significato del discernimento.
Il “discernimento degli spiriti” è quel dono che permette di “distinguere tra le parole ispirate o profetiche”, che provengono “dallo Spirito di Cristo”, da quelle che provengono “dallo spirito dell’uomo, o dallo spirito demoniaco, o dallo spirito del mondo”. Con l’evangelista Giovanni il discernimento “comincia ad essere usato in funzione teologica”, come criterio per discernere “le vere dalle false dottrine, l’ortodossia dall’eresia”.
Per il predicatore della Casa Pontificia esistono due campi in cui esercitare il dono del discernimento della voce dello Spirito: quello ecclesiale e quello personale. La Chiesa, alla luce del Concilio Vaticano II, scruta i “segni dei tempi” alla luce del Vangelo, non per applicare “alle situazioni e ai problemi nuovi che emergono nella società” i rimedi e le regole “di sempre”, bensì per dare ad essi risposte nuove.
Poi Cantalamessa si sofferma sulla distinzione tra “peccato” e “peccatore”: “Il peccatore è una creatura di Dio, fatta a sua immagine, e conserva la propria dignità, nonostante tutte le aberrazioni; il peccato, al contrario, non è opera di Dio, non viene da lui, ma dal nemico. È lo stesso motivo per cui Cristo si è fatto in tutto simile a noi, ‘fuorché nel peccato”.