Manila , venerdì, 9. dicembre, 2016 11:04 (ACI Stampa).
Compie 25 anni la missione dell’Opera Don Orione nelle Filippine. Era l’ottobre del 1991 quando due sacerdoti orionini arrivano nel paese asiatico: Don Luigi Piccoli e Don Oreste Ferrari accompagnati da due laici. Successivamente si aggiunse anche Don Angelo Falardi. Sfortunatamente Don Luigi Piccoli morì nel 1994 e don Angelo nel 1997, entrambi per problemi di cuore a causa delle pesanti condizioni di vita.
Tra i religiosi orionini che si sono impegnati in questa difficile missione c’è anche Don Diego Lorenzi , ex segretario di Giovanni Paolo I che arrivò nelle Filippine già nel lontano 1993, quando si fermò per circa un mese. Da allora è andato e tornato varie volte con periodi di permanenza, a volte, di oltre un anno. Sarebbe dovuto tornare là il Novembre scorso, ma un incidente stradale ha reso impossibile per il momento la cosa.
Le prime attività presero il via nella "smokey mountain", la discarica di Manila, in condizioni ambientali ed umane difficilissime.
“A Manila – spiega Don Oreste Ferrari, oggi consigliere generale dell’Opera Don Orione - esisteva una famosa “smokey mountain” nel quartiere di Tondo dove i Padri Verbiti, i padri Canossiani e i Salesiani hanno delle parrocchie. Quando arrivammo noi, l’attività di discarica a Tondo era stata chiusa perché troppo vicina al centro della città e spostata a Payatas dove dopo pochi mesi sono arrivati i Padri Vincenziani (proprio sulla discarica) e noi nella zona vicina. Naturalmente lì era tutto da inventare perché si trattava di zone nuove, “abusive” e insane, ma dove quasi 100 mila persone vivevano e lavoravano (di cui 40 mila nella nostra parrocchia).
“Già nel primo anno – aggiunge Don Ferrari - creammo un paio di asili, e nel terzo, con l’aiuto di una suora tedesca, un ambulatorio di assistenza per i malati di tubercolosi, malattia endemica date le condizioni di inquinamento dell’aria. Durante il quarto anno si pensò ad un secondo polo, a circa 15 chilometri dove poter porre la nostra struttura per la formazione e un’opera più stabile e organizzata, cioè una casa di accoglienza per bambini disabili, conosciuta ora come Cottolengo Filipino”.