Bari , lunedì, 11. maggio, 2015 17:38 (ACI Stampa).
Si occupano di usura da vent’anni alla Consulta Nazionale “Giovanni Paolo II, mettendo insieme le 28 Fondazioni antiusura sparse in tutta Italia. Padre Massimo Rastrelli e Monsignor Alberto D’Urso, rispettivamente presidente e segretario dell’organismo ecclesiale, toccano con mano una diffusa povertà che tocca soprattutto gli ultimi del nostro Paese.
E oggi lanciano un appello al premier Matteo Renzi. “Alle famiglie, ai lavoratori e ai pensionati stretti nella morsa dell’usura sia riconosciuto lo stesso diritto delle imprese e degli operatori commerciali ad essere sostenuti dallo Stato e dalle risorse pubbliche”. La richiesta è messa nero su bianco in una missiva inviata a Palazzo Chigi, in cui si chiede di modificare l’art. 14 della legge 108/96 che esclude le persone fisiche, che non siano imprenditori, dall’accesso ai finanziamenti del Fondo Antiusura.
“In sostanza mentre la suddetta legge incentiva gli imprenditori sotto usura a denunciare gli usurai, in quanto la denuncia è uno dei requisiti fondamentali richiesti dalla normativa per accedere alle risorse pubbliche, per chi non è imprenditore, dopo la denuncia non è prevista alcuna forma di solidarietà e sostegno economico, resta abbandonato a se stesso”, spiegano dalla Fondazione dedicata al Santo Papa polacco.
“La nostra Costituzione – scrivono P. Rastrelli e Mons. D’Urso- non tratta situazioni analoghe in modo differenziato. La sola finalità della legge è quella di contrastare il fenomeno criminoso e agevolarne l’emersione con provvedimenti premianti, non quella di discriminare tra persone fisiche e imprenditori”.
La Consulta Nazionale e le Fondazioni in questi anni hanno cercato di colmare questa lacuna giuridica tramite le risorse proprie, quelle del Fondo di Prevenzione previsto dall’art. 15 della legge 108/96 e i fondi dell’8 per mille dell’Irpef alla Chiesa Cattolica, ma negli ultimi anni il fenomeno è diventato dilagante. Ricerche effettuate dalla Consulta, riscontrate dai dati Istat, confermano che le famiglie indebitate a rischio usura riguardano non meno del 5% dei nuclei familiari presenti in Italia.
“È una grave discriminazione dunque che non può continuare a sussistere - aggiungono P. Rastrelli e Mons. D’Urso- il nostro auspicio è di annunciare in occasione del convegno nazionale una decisa inversione di rotta del Governo nazionale sul modello della nostra proposta di modifica della legge, confortata dal parere pro veritate redatto da 13 illustri costituzionalisti italiani”.
Il 15 e il 16 Maggio a San Giovanni Rotondo, in occasione della celebrazione del ventesimo anniversario della Consulta Nazionale, è attesa la risposta del Presidente del Consiglio dei Ministri. Sarà un convegno in cui raccontare i “Vent’anni di solidarietà”, con varie riflessioni e vari ospiti.
Tra questi, gli arcivescovi di Manfredonia, Vieste, San Giovanni Rotondo, Michele Castoro, e di Bari, Francesco Cacucci, il vescovo di Cassano allo Jonio, Francesco Savino, il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, il prefetto Santi Giuffré, Commissario Straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura. Chiuderà la due giorni con una messa sulla tomba di San Pio, il vescovo Nunzio Galantino, segretario generale della Cei.