Città del Vaticano , mercoledì, 7. dicembre, 2016 17:03 (ACI Stampa).
San Luigi dei Francesi, San Giovanni dei Fiorentini, Sant’Apollinare. E ancora, Santa Maria di Montesanto, i Santi Vincenzo e Anastasio, Santa Maria dell’Anima. Si svolge tra le più belle chiese del centro storico della capitale l’edizione 2016 del Festival Barocco, che nella sua IX edizione, a partire dal 21 novembre scorso e fino al prossimo 22 dicembre, offre una serie di concerti della tradizione musicale italiana del XVI, XVII e XVIII secolo.
Una formula ormai ben consolidata e apprezzata dal pubblico, che cerca di unire la ricerca musicologica, con convegni e masterclass presso le biblioteche cittadine, con le esecuzioni “live” eseguite all’interno delle basiliche e degli oratori romani. Novità di quest’anno è senz’altro lo sconfinamento fuori porta, con l’esecuzione a Milano, sabato 17 dicembre alle 16 presso il Castello Sforzesco (con replica l’indomani a Roma a Santa Maria dell’Anima alle 18) del “Concerto di Natale”, con musiche tratte dal repertorio di Bach, Corelli e Laurenti, eseguito in collaborazione con il Dipartimento di Musica Antica della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado.
Altra ‘chicca’ dell’edizione di quest’anno è la riproposizione in prima esecuzione moderna proprio lì dove fu composto, Santa Maria in Montesanto, meglio nota come Chiesa degli Artisti, di uno dei capolavori di Georg Friederich Haendel: il Dixit Dominus HWV 232. Nel tempio di Piazza del Popolo, nella sera della solennità dell’Immacolata Concezione, giovedì 8 dicembre alle 19, il complesso musicale composto da 5 solisti tutti maschi sopranisti, dai 16 cantori del Coro da Camera Italiano e dall’Orchestra Barocca “Musica Antiqua Latina” diretta dal maestro Giordano Antonelli offrirà a tutti i romani la possibilità di prendere parte all’esecuzione dell’opera composta dall’autore inglese proprio per la comunità dei religiosi della Basilica.
Un legame non casuale, quello che lega Haendel con la chiesa romana, dedicata alla Madonna del Carmelo, e con i Vespri del 16 luglio, giorno della Festa della Vergine dello scapolare, in cui l’Ordine Carmelitano commissionava ai compositori più illustri dell’epoca le musiche per la celebrazione vespertina. Come ricostruito dal Forum storico-musicologico del 30 novembre, altro evento inserito nel calendario del Festival, il rapporto che unisce la storia del brillante compositore di musica trasferitosi a Roma agli inizi del '700 - che compose salmi, mottetti e antifone eseguiti per il Vespro della Festa della Madonna del Carmelo - si situa all’interno dell'amore del popolo verso la Vergine Maria e trova una sua stringente attualità ai giorni nostri.
Secondo le ricerche storiche e musicologiche compiute da parte di storici carmelitano come padre Giovanni Grosso, e di musicologi come i professori Della Libera e Kirkendale, nelle Antifone Mariane veniva impetrata una speciale “protezione” per il susseguirsi di terremoti e onde sismiche che avevano devastato le regioni appenniniche del Lazio e dell’Abruzzo. Allora come oggi. Ed è quindi più che mai attuale l’esecuzione dei Vespri Carmelitani di Haendel: da un lato per “risentire” la prospettiva e la complessità della vita musicale barocca, dall’altro per cercare, con l’armonia propria delle sette note, di uscire dalla crisi esistenziale provocata dai grandi “terremoti” della natura. La sera del concerto infine verrà sarà esposto l’Antifonale del 1702 usato dai padri carmelitani per la preghiera dei Vespri, che certamente Haendel avrà consultato per la sua composizione.