Bari , mercoledì, 7. dicembre, 2016 12:00 (ACI Stampa).
Lascia la Puglia ricordando l’arma comune di tutti i cristiani, il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo. “Un’arma forte, un’arma di pace, un’arma invincibile, che è la preghiera”. Un’arma con cui combattere le ingiustizie del mondo, dalla mercificazione degli esseri umani al depauperamento delle risorse naturali. Un’arma comune, per un grido comune: quello che ha lanciato con Papa Francesco all’Isola di Lesbo “verso tutti i potenti della terra, verso coloro che hanno in mano le sorti dell’umanità”.
Nel giorno di San Nicola, presenziando alla Messa nella Cattedrale di Bari presieduta dall’arcivescovo Cacucci, il Patriarca Bartolomeo termina i suoi cinque giorni in Puglia. Un viaggio di comunione e unità, in una terra – dice lui – “dalla vocazione ecumenica ed ospitale”. E i cristiani, uniti, non sono “indifferenti al grido di dolore” di quanti vengono accolti.
Una terra in cui – ricorda il Patriarca Bartolomeo – “nel passato trovarono rifugio i cristiani perseguitati a seguito di invasioni straniere, a guerre fratricide e conseguenti carestie che si affacciano sull’altro versante del mare”. Migranti che “vennero accolti e si integrarono con l’allora tessuto sociale, anche mantenendo le tradizioni delle loro terre di origine, arricchendo nel contempo la nuova patria”.
Ed è vero: la Puglia è davvero il luogo in cui Oriente e Occidente si incontrano, in cui c’è un buon numero di cristiani cattolici di rito orientale, ma anche di ortodossi. Dove le iscrizioni bizantine nel Salento e le tradizioni “griche” si accompagnano alle grandi chiese romaniche e ai percorsi barocchi di Lecce. Testimonianze di una storia comune che il Patriarca Bartolomeo ha toccato con mano in questi giorni.
La Puglia, però, non è solo passato. Il Patriarca ricorda che “anche in un passato molto recente, questa terra ha saputo essere terra di accoglienza per quelle genti che fuggivano da Paesi totalitari, in cui non era possibile essere discepoli di Cristo”. Una terra che “non ha mai chiuso le sue porte” nonostante le difficoltà, non rimanendo “indifferente al grido di aiuto di tanti fratelli e sorelle nel bisogno”.