Roma , martedì, 6. dicembre, 2016 18:00 (ACI Stampa).
“E’ necessario che gli edifici sacri, a cominciare dalle nuove chiese parrocchiali, soprattutto quelle collocate in contesti periferici e degradati, si propongano, pur nella loro semplicità ed essenzialità, come oasi di bellezza, di pace e di accoglienza”. E’ l’auspicio di Papa Francesco contenuto nel messaggio letto dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, durante la consegna del premio delle Pontificie Accademie, conferito dal Pontefice a giovani studiosi, artisti o istituzioni distintisi nella promozione dell’umanesimo cristiano.
I lavori della ventunesima seduta pubblica delle Pontificie Accademie, introdotti dal Cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura e del Consiglio di coordinamento tra Accademie pontificie e svolti presso la Sala Vasari del Palazzo della Cancelleria a Roma, sono incentrati sul tema “Scintille di bellezza per un volto umano delle città”.
Quest’anno il Papa assegna il premio ex aequo a Chiara Bertoglio, per la ricerca in campo musicologico e letterario e a Claudio Cianfaglioni per la ricerca poetica e lo studio di figure poetiche e letterarie del nostro tempo. Inoltre viene assegnata la medaglia del pontificato a Michele Vannelli, maestro di cappella della basilica di San Petronio a Bologna e a Francesco Lorenzi, fondatore del gruppo musicale “The Sun”.
Scintille di bellezza per un volto umano delle città. Il titolo della ventunesima seduta richiama alla mente del Papa alcuni riferimenti.
Il primo è il discorso rivolto agli artisti, radunati nella Cappella Sistina, dal predecessore Benedetto XVI, nel novembre 2009: “Invitava gli artisti ad impegnarsi per rendere sempre più umani i luoghi della convivenza sociale: “Voi sapete bene – diceva – che l’esperienza del bello, del bello autentico, non effimero né superficiale, non è qualcosa di accessorio o di secondario nella ricerca del senso e della felicità, perché tale esperienza non allontana dalla realtà, ma, al contrario, porta ad un confronto serrato con il vissuto quotidiano, per liberarlo dall’oscurità e trasfigurarlo, per renderlo luminoso, bello”.