Varese , martedì, 13. dicembre, 2016 16:00 (ACI Stampa).
C'è un nuovo pretesto per salire a Gazzada di Schianno. Presso Villa Cagnola, infatti, un apposito allestimento invita a scoprire in tutto il suo splendore il dipinto attribuito alla mano di Giovanni Agostino da Lodi: una delle gemme più preziose della straordinaria raccolta varesina, che non cessa di offrire interessanti, e pressoché inedite, sorprese. Ora restaurata per mano di Lucia Laita, "La tavola con la Madonna col Bambino e un angelo" di Giovanni Agostino da Lodi, misura circa 65 centimetri d’altezza per 50 di base, ed è databile ai primissimi anni del XVI secolo.
La dimora di Gazzada,dove è custodita la tavola rinascimentale con l’eccezionale collezione di opere d’arte, appartiene dal 1954 al Vaticano, ed è sede dell’Istituto superiore di Studi religiosi e della Fondazione Ambrosiana Paolo VI.
Maria è ritratta come una vigorosa e giovane donna, di una solidità florida e vivace. Il Bambinello, dalla fitta chioma ricciuta, appare come un Cupido antico. Sul fondo, da entrambi i lati, si aprono due profondi scorci paesaggistici, illuminati da un nitido cielo azzurro. La strada che si snoda sulla destra, in particolare, può forse evocare il viaggio compiuto dalla Sacra Famiglia per scampare alla follia omicida di Erode.
Dunque una "sosta ristoratrice" a cui paiono alludere anche i frutti offerti alla Vergine. Delle nespole, per la precisione, che nel linguaggio simbolico antico rappresentano un omaggio destinato alla donna virtuosa: quale appunto è Maria, al massimo grado.
Con questa opera incantevole, Giovanni Agostino, noto alla critica anche come lo Pseudo-Boccaccino, si rivela ancora una volta come uno dei protagonisti della grande stagione leonardesca nell’Italia settentrionale.