Bari , lunedì, 5. dicembre, 2016 16:00 (ACI Stampa).
Il ruolo della religione, sempre più necessario. La critica ai nazionalismi, strumenti per dividere, più che per unire. Il plauso alla Puglia, un luogo dove Oriente e Occidente si incontrano. Ricevendo il Premio San Nicola a Bari, nell’ultima tappa dei suoi sei giorni in Puglia, il Patriarca Ecumenico Bartolomeo di Costantinopoli fa della Puglia un archetipo del mondo. E’ un luogo di incontro, dice, e come tale deve tornare ad essere terra di dialogo. E l’Europa, aggiunge, deve imparare a guardare ad Est.
Ricevendo il premio dedicato all’ecumenismo e aprendo l'Anno Accademico della Facoltà Teologica dell'Università di Bari, di fronte alla fiamma perenne accesa negli Anni Ottanta da Giovanni Paolo II e Kostantinidis in segno di unità, parlando ad una comunità orientale che da sempre è presente sul territorio di Puglia, Bartolomeo parte dal concetto di “koinonia” – comunità – lo lega al lavoro fatto con il Concilio Pan Orotodosso per poi tratteggiare la storia della terra di Puglia, storico luogo di incontro. Con una consapevolezza: il cruciale ruolo delle religioni nel “creare, avviare e consolidare un principio di comunione per la collaborazione reciproca”. E in questo senso, il discorso è in continuità con la lectio magistralis tenuta all’università di Lecce lo scorso 2 dicembre, quando il Patriarca aveva decretato il fallimento della costruzione di un mondo senza Dio.
Il discorso del Patriarca passa dalla teologia all’attualità. Lega il concetto di comunione alla comunione praticata. Ricorda che “se siamo riconciliati con Dio per mezzo di Gesù Cristo, intimi con lui, percepiamo i fratelli come coloro che ci appartengono, che condividono la nostra stessa origine trinitaria e che camminiamo verso la stessa meta che è Cristo che ricapìtola tutto in sé”. Parla del Concilio Pan-Ortodosso, di come abbia risposto alle sfide della modernità, di come ci si è arrivati dopo 55 anni di incontri. E poi arriva ai “frutti di comunione” che si sono raccolti in Puglia.
Una terra – ricorda il Patriarca – “bagnata dal Mar Adriatico e dal Mar Ionio, aperti sul grande Mare Nostrum , il mare tra le terre, il Μεσόγειο, o Mare Mediterraneo, culla di storia, civiltà, lingue, culture e religioni capaci di interconnessioni e di scambi, che hanno guidato i processi sociali dell’intera area per secoli, contribuendo alla crescita dei popoli che ad esso si affacciano”.
Bartolomeo ricorda che il Cristianesimo – sia nella accezione orientale che in quella occidentale – ha “contribuito a trovare vie di comunione e coesistenza” a partire dall’Editto di Milano, ma lo stesso hanno fatto l’Ebraismo e poi l’Islam.