Città del Vaticano , venerdì, 2. dicembre, 2016 15:43 (ACI Stampa).
“Voi non siete stati fondati per altra grandezza che quella della piccolezza, per farvi bambini con i bambini e poveri con i poveri”. Sono l’esortazione e l’auspicio di Papa Francesco in un messaggio indirizzato al preposito generale dei Padri Scolopi, padre Pedro Aguado Cuesta. L’occasione è data dall’Anno Giubilare Calasanziano, inaugurato il 27 novembre scorso nella Chiesa di San Pantaleo a Roma, con una Messa presieduta dal cardinale João Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Il Giubileo, che si concluderà il 25 novembre del 2017, cade a 400 anni dalla nascita delle Scuole Pie come Congregazione religiosa, creata da san Giuseppe Calasanzio.
Nel 1617, Papa Paolo V comprese che era “lo Spirito Santo a guidare Giuseppe Calasanzio a dedicarsi all’educazione dei fanciulli, che ai suoi tempi vagavano nelle vie di Roma” e scelse quindi la Congregazione Paolina dei Poveri della Madre di Dio della Scuole Pie come “prima Congregazione della Chiesa a dedicarsi esclusivamente all’educazione dei bambini”, specialmente di quelli poveri. Lo rammenta Francesco nel Messaggio inviato, così come ricorda che ricorrono anche i 250 anni dalla canonizzazione di San Giuseppe Calasanzio.
“In questi 4 secoli, le Scuole Pie si sono mantenute in un permanente atteggiamento di apertura e di uscita - scrive il Pontefice - da Roma verso i piccoli paesi italiani, e ancora verso i diversi paesi europei fino agli altri continenti. E poi con il Concilio Vaticano II, avete aperto il cammino delle Fraternità degli Scolopi invitando i laici, uomini e donne, a condividere la vostra missione”.
“Vi invito a vivere questo Anno Giubilare come una nuova Pentecoste degli Scolopi - scrive ancora Francesco - per portare avanti la missione superando barriere e paure, e che si possa irradiare la forza salvifica del Vangelo. Ricordando il motto scelto per l’Anno Giubilare: "Educare, Annunciare, Trasformare".
“Oggi più che mai abbiamo bisogno di una pedagogia evangelizzatrice”, afferma Francesco, che “sappia trasformare i cuori” in sintonia con il Regno di Dio.