Città del Vaticano , martedì, 29. novembre, 2016 10:00 (ACI Stampa).
Ha fatto notizia la presenza del noto astrofisico Stephen Hawking alla conferenza su “Scienza e Sostenibilità” nella Pontificia Accademia delle Scienze. Non solo perché Hawking è noto a livello internazionale, ma anche perché è stato lui a dire che l’inizio dell’universo non ha avuto bisogno di Dio. Può davvero una istituzione vaticana accettare pensatori non credenti? Sì, può. E di questo la Pontificia Accademia delle Scienze è una prova inoppugnabile.
Fondata come Accademia dei Lincei nel 1603, sotto l’auspicio di Papa Clemente Clemente VII e con leader Galileo Galilei, l’Accademia si sciolse con la morte del principe Federico Cesi, suofondatore. Poi, la rifondò Pio IX nel 1847, con il nome di Accademia Pontificia dei Nuovi Lincei, che poi fu inglobata dal Regno di Italia quando invase lo Stato Vaticano. Pio XI la rifondò successivamente nel 1936. Lo statuto fu poi aggiornato da Paolo VI nel 1976 e da Giovanni Paolo II nel 1986.
Sarebbe lungo scorrere nomi e studi di tutti gli accademici dei Lincei. Ma se c’è un periodo di quelli esaltanti, questo è probabilmente quello degli Anni Trenta, quando presidente dell’Accademia era Max Planck, padre della fisica quantistica. Fu lui, negli Anni Quaranta, a parlare a Pio XII delle possibili nefaste conseguenze di una guerra atomica, e Pio XII ne fece messaggi contro la bomba atomica presentati ai potenti della terra.
Erano anche gli anni in cui l’Accademia si cominciava ad interrogare sul momento della morte di una persona (se coincida con la morte cerebrale o con l’arresto cardiaco), un tema di scottante attualità oggi. E fu Pio XII, in discorsi che suonano ancora come molto attuali, sottolinea che sono i medici che devono ricercare e dire quale è il segno della morte.
Se l’era di Max Planck è stata particolarmente esaltante, c’è da dire che accademici vaticani sono stati moltissimi Nobel, da Niels Bohr a Rita Levi Montalcini, da Guglielmo Marconi a Werner Heseineberg, da Alexander Fleming a Carlo Rubbia, per citarne alcuni. È un Nobel anche l’attuale presidente, Werner Arber, svizzero e di fede protestante.