Bari , sabato, 3. dicembre, 2016 14:00 (ACI Stampa).
“In questo momento storico l’unità del cammino ecumenico si fa su tre strade: camminare insieme con le opere di carità, pregare insieme, e riconoscere la confessione comune nel martirio per Cristo, nell’ecumenismo del sangue”. Così Papa Francesco nell’intervista ad Avvenire del 18 novembre scorso indicando le tre vie su cui muoversi oggi per incontrare i fratelli cristiani separati. E nell’ecumenismo del calendario e della preghiera comune sembra inserirsi anche una recente decisione della Conferenza Episcopale Italiana. Con una circolare indirizzata a tutti i vescovi il 9 novembre scorso in ricezione del competente Decreto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti del 4 precedente, il presidente della CEI, cardinale Angelo Bagnasco, ha stabilito che a partire dal 6 dicembre 2017 diventerà obbligatoria la memoria della ricorrenza di San Nicola vescovo, che è attualmente facoltativa. Una solennità a cui la città di Bari, che ne custodisce i resti, si prepara già a partire da quest’anno con la celebrazione della festa alla presenza del Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, che prima di arrivare al capoluogo regionale compirà un pellegrinaggio in Puglia a partire dal 1° dicembre, visitando Lecce e l’abbazia di Cerrate, nei pressi di Squinzano, un tempo officiata dai monaci basiliani.
“Tra i testi e gli adattamenti sottoposti a varie Assemblee Generali della Conferenza Episcopale Italiana in occasione dell’approvazione della traduzione della terza edizione del Messale Romano - scrive il cardinal Bagnasco nella lettera inviata ai pastori delle diocesi italiane - assume particolare rilevanza, anche sul versante ecumenico, la proposta di rendere obbligatoria la memoria facoltativa di San Nicola (6 dicembre), il cui culto si diffuse in Italia fin dall’XI secolo”. La relativa richiesta, ricorda ancora il presule nella missiva, fu presentata dall’arcivescovo di Bari-Bitonto, Francesco Cacucci, e fu approvata a larghissima maggioranza, con 112 voti a favore e 23 contrari, dalla 63ª Assemblea Generale della Cei riunita a Roma dal 23 al 27 maggio 2011. L’istanza fu poi sottoposta alla Santa Sede, e con il Decreto prima citato la Congregazione per il Culto Divino ha concesso la necessaria recognitio.
Come si evince dalla lettera del porporato, particolarmente legata al culto di San Nicola, eletto vescovo di Myra, in Asia Minore, l’odierna Turchia, intorno al 305 d.C., è la diocesi di Bari, città che conserva le reliquie del Santo, giunte il 7 maggio 1087, nella omonima basilica. Capolavoro dello stile romanico-pugliese, il tempio fu voluto dall’abate benedettino Elia, consacrato poi arcivescovo della città da Papa Urbano II nel 1089, quando nella cripta della costruenda basilica furono deposte le reliquie del Santo sotto l’altare maggiore. La chiesa fu poi completata e consacrata nel 1197. Per la costruzione della cripta furono impiegati materiali di chiese bizantine e longobarde collocando i pezzi migliori all’ingresso e vicino all’altare del santo. Protetta da una grata di ferro, è visibile la colonna detta “miracolosa” che, secondo la leggenda, trovata nel Tevere da San Nicola e portata a Myra per decorare la sua chiesa, fu ritrovata a Bari nel 1098 come ultima colonna ancora mancante alla costruzione.