Città del Vaticano , sabato, 26. novembre, 2016 12:00 (ACI Stampa).
Un momento indimenticabile, che rende ancora più speciale la loro esperienza. E’ l’incontro dei giovani del Servizio Civile Nazionale con Papa Francesco in Aula Paolo VI. Sono circa 7000 i ragazzi che attraverso alcuni progetti di lavoro hanno contribuito alla riuscita del Giubileo Straordinario della Misericordia indetto dal Pontefice. “La gratuità del volontariato anche per un tempo determinato – ha detto loro Francesco -rappresenta una ricchezza non solo per la società e per coloro che godono della vostra opera, ma anche per voi stessi e per la vostra maturazione umana”.
L’incontro con i ragazzi del Servizio civile e il Papa arriva anche in occasione dei quindici anni dalla promulgazione della legge che ha istituito in Italia il Servizio.
Chi ha scelto questa esperienza durante l'Anno Santo, ha prestato il proprio servizio per i progetti: "Oasi della Misericordia", all'interno di 12 Chiese del centro di Roma, garantendo accoglienza, orientamento e informazioni ai pellegrini giunti nella Capitale; "Il Pane della Misericordia", per un progetto di recupero alimentare puntato al contrasto della povertà in tre Chiese del Centro storico di Roma (Santa Croce in Gerusalemme, Santa Maria ai Monti e Santa Maria in Campitelli) e in tre Chiese della Periferia di Roma (Santa Maria Madre del Redentore a Tor Bella Monaca, San Gelasio I a Casal dè Pazzi e San Pio da Pietralcina a Giardini di Roma); e "Il tempo dei legami intergenerazionali", per incoraggiare e sostenere la partecipazione degli anziani e delle fasce deboli della popolazione ai luoghi previsti per le manifestazioni e gli eventi del Giubileo e per contrastare la solitudine prestando servizio presso alcune case di riposo.
“Il progetto di una società solidale – afferma Francesco - costituisce il traguardo di ogni comunità civile che voglia essere egualitaria e fraterna. Esso è tradito ogni volta che si assiste passivamente al crescere della disuguaglianza tra le diverse parti sociali o tra le nazioni del mondo; quando si riduce l’assistenza alle fasce più deboli senza che siano garantite altre forme di protezione; quando si accettano pericolose logiche di riarmo e si investono preziose risorse per l’acquisto di armamenti; o ancora quando il povero diventa un’insidia e invece che tendergli la mano lo si relega nella sua miseria”.
Questi atteggiamenti sono definiti dal Papa “uno sfregio della nostra società e della sua cultura”.