Roma , martedì, 29. novembre, 2016 9:00 (ACI Stampa).
Una bella storia di ospitalità e di integrazione, che non riguarda solo il governo centrale del nostro Paese, o poche grandi strutture d’accoglienza. Si è mobilitata l’Italia intera: comuni, comunità, famiglie, che hanno accettato di condividere parte delle loro vite con chi fugge da guerra e persecuzione. Un esempio di responsabilità preziosa per tutta l’Europa, che è utile raccontare e sostenere. E’ ciò che viene raccolto e raccontato nel volume che presenta il “Terzo Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2016” presentato la scorsa settimana a Roma presso la sede di Anci e realizzato da ANCI, Caritas Italiana, Cittalia, Fondazione Migrantes e dal Servizio Centrale dello SPRAR, in collaborazione con UNHCR.
Questi più o meno i numeri che ci restituisce il Terzo Rapporto: “Si così contati, nel 2015, oltre 65 milioni migranti forzati nel mondo, di cui 21,3 milioni di rifugiati, 40,8 milioni di sfollati interni e 3,2 milioni di richiedenti asilo. Si trovano in regioni in via di sviluppo i Paesi che accolgono il maggior numero di rifugiati a livello mondiale. La Turchia si conferma il Paese che ospita il maggior numero di rifugiati con 2,5 milioni di persone accolte, rispetto agli 1,6 milioni dello scorso anno. In Europa, nel 2015, sono state presentate 1.393.350 domande di protezione internazionale: un valore più che raddoppiato rispetto all’anno precedente. La Germania, con 476.620 domande presentate (pari al 36% delle istanze in UE) si conferma il primo paese per richieste di protezione internazionale, seguita da Ungheria, Svezia, Austria e Italia. Questi primi cinque paesi raccolgono il 74,8% delle domande presentate nell’Unione Europea”.
Alla fine di ottobre 2016 si contano 4.899 persone che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa, di queste 3.654 nel Mar Mediterraneo. Ma le nostre navi - cosi si legge ancora nel volume - hanno salvato più di 400mila vite umane in meno di due anni. Ed è un impegno imponente, capillare. Il Fondo europeo per i richiedenti asilo e le migrazioni ha investito 83 milioni di euro solo nel 2016 per sostenere l’impegno del governo italiano e il sistema di accoglienza diffusa messo in campo dagli enti locali.
Anche i numeri dei profughi in fuga dalla Siria o dai conflitti africani che emergono dal rapporto possono sembrare enormi. “Ma sono numeri – si legge ancora nell’Introduzione del Terzo Rapporto - che possiamo gestire, se è un continente intero, solidale, a mobilitarsi – una città alla volta, una vita alla volta”. Lo ha ricordato Papa Francesco: accogliere vuol dire integrare, vuol dire riconoscere che non parliamo di numeri ma di persone, ognuna con un volto, un nome, una storia, un futuro da costruire.
“Il sostegno ai Comuni che accolgono e, attraverso di loro, alle persone in fuga da guerre e violazioni dei diritti umani caratterizza l’impegno di Anci che, attraverso la rete dello Sprar, punta all’accoglienza diffusa e sostenibile sul territorio, soprattutto grazie alla collaborazione e al pieno coinvolgimento degli attori locali” ha dichiarato il segretario generale dell’Anci Veronica Nicotra in apertura dei lavori di presentazione del volume. “Il nostro obiettivo è concorrere ad organizzare un sistema di accoglienza ed integrazione stabile che superi la gestione emergenziale e dia risposte al disagio di molte comunità, eliminando gli addensamenti e assicurando controllo”.