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“Cosa ho imparato dagli ultimi?” Il Cardinale Tagle a Civiltà Cattolica

Il Cardinale Tagle presenta il suo libro |  | VG/ ACI stampa
Il Cardinale Tagle presenta il suo libro | VG/ ACI stampa
Il Cardinale Tagle firma il suo libro |  | Veronica Giacometti / ACI stampa
Il Cardinale Tagle firma il suo libro | Veronica Giacometti / ACI stampa
Il Cardinale Tagle presenta il suo libro |  | VG / ACI Stampa
Il Cardinale Tagle presenta il suo libro | VG / ACI Stampa

E’ uno dei cardinali più noti al mondo e di lui colpisce subito il suo sorriso e il suo calore di pastore autentico, semplice e appassionato. Luis Antonio Gokim Tagle è un teologo e uno dei porporati più stimati da Papa Francesco e alla domanda “Cosa ho imparato dagli ultimi” risponde l’incontro con Gesù e con il Vangelo.

Il Cardinale Tagle per la prima volta racconta nel dettaglio la propria, le proprie motivazioni, i maestri di pensieri e di azione in un libro autobiografico “Ho imparato dagli ultimi”, un dialogo con i giornalisti Gerolamo Fazzini e Lorenzo Fazzini.

Il Presidente di Caritas Internationalis si racconta anche durante la presentazione del suo libro presso la sede di Civiltà Cattolica, in un incontro con autori e giornalisti. Tanti i temi affrontati ancora una volta, che il cardinale filippino spiega con “mente di teologo” e “anima di pastore”. La vocazione, il futuro della Chiesa in Asia, il creato, i social media, l’idolatria, Giubileo della Misericordia.

“La vocazione – dice il cardinale Tagle – è una chiamata perpetua. La vita intera è una chiamata. La mia e la vostra vocazione non è finita”. E racconta il suo stupore ogni volta che una guardia svizzera lo chiama “Eminenza”, sentendosi sempre il semplice prete per i poveri.

Ma il Cardinale Tagle guida della Chiesa di una delle metropoli più popolose del mondo, Arcivescovo dei poveri e direttore spirituale in seminario, ha sempre combattuto a Manila le tante sfide pastorali e l’urgenza di disporre di mezzi adeguati per l’annuncio del Vangelo. “Il futuro non risiede solo in un gran numero – confida il porporato parlando del futuro della Chiesa in Asia – c’è futuro in Asia perché c’è la speranza della gente semplice che sa, in una maniera ancora misteriosa, che il Signore ci può donare tutto”.

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Nel suo libro colpisce soprattutto anche l’attenzione per i temi ecologici: “Non è solo una questione di natura, si tratta della creazione, e ciò implica un rapporto con una persona che per amore ha creato tutto”. Per questo “la responsabilità dell’uomo è di essere custode del creato. Con Cristo fatto uomo, Dio si è inserito nel mondo delle creature”. Così il porporato filippino parla di “cambiamenti drammatici”. “Quando ero giovane – racconta – il grado più potente dei tifoni era il terzo, ora è il quinto, con venti a 250 km orari. Nei gruppi ecologici con i quali abbiamo collaborato, abbiamo apprezzato il loro impegno, ma manca qualcosa, la spiritualità”.

Qual è l’idolo di questa generazione? A questa ulteriore domanda il Cardinale Tagle risponde ai presenti: “ La ricchezza, l’onore, il lusso, il sesso. Il desiderio di preservare i nostri interessi personali e promuovere solo il benessere della mia famiglia, del mio gruppo, del mio paese è anch’esso una forma di idolatria”. Gravi anche le dipendenze da droga, alcol, gioco, smartphone e social: “Quando questi idoli chiamano, noi, come seguaci rispondiamo prontamente: eccoci signore”.

Decisivo è anche il suo intervento riguardo il mondo dei social media: “E’ un mondo intero, è un linguaggio a parte. Quando la comunicazione diventa solo strategia è manipolazione. La vera comunicazione non è manipolazione”.

E riguardo al suo santo preferito il presidente della Caritas ha le idee chiare: “Penso sempre a San Giuseppe sin da bambino. E’ il mio santo amato e silenzioso. Perché è un uomo normale, un lavoratore, un fidanzato, un uomo giusto. Nessuna parola di San Giuseppe nella Bibbia, ma la sua è una fede profonda nei gesti”.

Domenica si è concluso il Giubileo della Misericordia. Anche su questo il cardinale filippino esprime ai presenti il suo contributo: “Si è vero la porta della Misericordia si conclude. Però il cuore del Signore non si chiude mai. Ricordiamoci che c’è solo una porta ed è sempre aperta”.