Città del Vaticano , venerdì, 18. novembre, 2016 19:24 (ACI Stampa).
Visita a sorpresa di Papa Francesco alla Rota Romana dove si tiene il Corso di formazione per i Vescovi sul nuovo processo matrimoniale. L’udienza era prevista per domani, ma visto l’impegno del Concistoro il Papa ha deciso di recarsi al Palazzo della Cancelleria dove a sede la Rota Romana.
“La vostra presenza a questo corso di formazione” ha detto il Papa ai vescovi presenti, “sottolinea quanto i Vescovi, pur costituiti in forza dell’Ordinazione come maestri della fede abbiano la necessità di apprendere continuamente”.
Francesco parlando delle funzioni del ministero del Vescovo ha spiegato come “l’inculturazione del Vangelo si fonda proprio su questo principio che vede unite la fedeltà all’annuncio evangelico e la sua comprensione e traduzione nel tempo”. Quindi la potestà spirituale del pastore è “un servizio per la salvezza degli uomini. In tale prospettiva, occorre eliminare con decisione ogni impedimento di carattere mondano che rende difficile a un largo numero di fedeli l’accesso ai Tribunali ecclesiastici”.
Francesco torna a ricordare che “questioni di tipo economico e organizzativo non possono costituire un ostacolo per la verifica canonica circa la validità di un matrimonio. Nell’ottica di un sano rapporto tra giustizia e carità, la legge della Chiesa non può prescindere dal fondamentale principio della salus animarum”. I tribunali ecclesiastici hanno questo compito di diaconia per la salvezza delle anime nell’orizzonte della misericordia. “In questa prospettiva- ha detto il Papa- la Chiesa cammina da sempre, come madre che accoglie e ama, sull’esempio di Gesù Buon Samaritano”.
Un incarnazione anche nelle vicende “tristi e sofferte della gente” per cui la Chiesa “si china sui poveri e su quanti sono lontani dalla comunità ecclesiale o si considerano fuori da essa a causa del loro fallimento coniugale. Tuttavia, essi sono e restano incorporati a Cristo in virtù del Battesimo. Pertanto, a noi spetta la grave responsabilità di esercitare il munus, ricevuto da Gesù divino Pastore medico e giudice delle anime, di non considerarli mai estranei al Corpo di Cristo, che è la Chiesa. Siamo chiamati a non escluderli dalla nostra ansia pastorale, ma dedicarci a loro e alla loro situazione irregolare e sofferta con ogni sollecitudine e carità”.