Città del Vaticano , giovedì, 17. novembre, 2016 13:00 (ACI Stampa).
La Siria? Un laboratorio di crudeltà dove tutti cercano il proprio tornaconto. E per tornare alla dignità dell’uomo serve la tenerezza, che è rivoluzionaria.
Papa Francesco questa mattina ha ricevuto i vertici di Caritas internationalis è ha scelto di consegnare il discorso scritto per rispondere ad alcune domande. Un dialogo privato per la stessa volontà del Papa, del quale i giornalisti hanno potuto seguire le prime parole.
Un operatore di Aleppo che chiede come vivere il cristianesimo in un mondo dove l’ Islam fa paura, una donna che chiede come rendere la fede meno spirituale e più concreta. Il Papa torna ai sui temi più cari: la rivoluzione della tenerezza, la vicinanza con gli ultimi, le vittime della cultura dello scarto: “La grande malattia di oggi - dice- è “cardiosclerosi”. Ognuno cerca il suo interesse, nessuno cerca la libertà di un popolo. Dove non c’è tenerezza, c’è la crudeltà. In Siria c’è un laboratorio di crudeltà”.
Poi inizia a ricordare la struttura di Caritas internationalis che , si legge nel testo dato per letto: “non sono delle agenzie sociali, ma organismi ecclesiali che condividono la missione della Chiesa”. Francesco si riferisce ai sui predecessori, alla “fantasia della carità” di cui parlava Giovanni Paolo II, alla “confessio et caritas” di Benedetto XVI che ha riformato gli statuti di Caritas internationalis.
“Si tratta- scrive il Papa- di far risplendere la carità e la giustizia nel mondo alla luce del Vangelo e dell’insegnamento della Chiesa, coinvolgendo i poveri stessi perché divengano i veri protagonisti del loro stesso sviluppo” perché “la povertà, la fame, le malattie, l’oppressione non sono una fatalità e non possono rappresentare situazioni permanenti”. Nel testo il Papa loda la Campagna sul tema delle migrazioni.