Città del Vaticano , mercoledì, 16. novembre, 2016 10:35 (ACI Stampa).
Ultima udienza generale dell’Anno Santo Straordinario per Papa Francesco, tutta dedicata al “sopportare pazientemente le persone moleste”, opera di misericordia che – sottolinea Papa Francesco – “forse non mettiamo in pratica come dovremmo”. Perché prima di guardare all’altro, dobbiamo guardare dentro noi stessi, per vedere se siamo davvero molesti.
Vero, afferma il Papa, “le persone fastidiose sono a volte quelle più vicine a noi”, e nella Bibbia “Dio stesso deve usare misericordia per sopportare le lamentele del suo popolo”, come succede nel Libro dell’Esodo, quando il popolo piange perché schiavo in Egitto, poi piange perché non c’è da mangiare e nonostante la manna e le quaglie continua a lamentarsi. “Mosè – racconta il Papa - faceva da mediatore tra Dio e il popolo, e anche lui qualche volta sarà risultato molesto per il Signore. Ma Dio ha avuto pazienza e così ha insegnato a Mosè e al popolo anche questa dimensione essenziale della fede”.
Il Papa però fa però una prima domanda: succede mai che noi siamo molesti agli altri? “È facile puntare il dito contro i difetti e le mancanze altrui, ma dovremmo imparare a metterci nei panni degli altri”, dice il Papa. Ma aggiunge che Gesù anche ha dovuto avere pazienza nei tre anni della sua vita pubblica, come quando la madre di Giacomo e Giovanni gli chiede di promettergli che i suoi figli siederanno uno alla sua destra e uno alla sua sinistra. Ma “anche da quella situazione Gesù prende spunto per dare un insegnamento fondamentale: il suo non è un regno di potere e gloria come quelli terreni, ma di servizio e donazione agli altri”.
Insomma, Gesù ci insegna sempre “ad andare all’essenziale”, e “guardare più lontano”, e questa opera di misericordia richiama anche ad altre due opere di misericordia spirituale, ovvero ammonire i peccatori e insegnare agli ignoranti.
“Pensiamo – ricorda il Papa - al grande impegno che si può mettere quando aiutiamo le persone a crescere nella fede e nella vita”. Il pensiero di Papa Francesco va alla pazienza dei catechisti, ma sottolinea anche che “accompagnare nella ricerca dell’essenziale è bello e importante, perché ci fa condividere la gioia di gustare il senso della vita”.