Macerata , mercoledì, 16. novembre, 2016 10:00 (ACI Stampa).
Mancano pochi giorni al termine del Giubileo straordinario della misericordia, aperto da papa Francesco lo scorso 8 dicembre e terminerà domenica prossima con la cerimonia liturgica solenne nella basilica di San Pietro in Vaticano presieduta dal pontefice e la chiusura della Porta Santa.
Però domenica scorsa in tutte le diocesi del mondo i vescovi hanno chiuso le porte sante delle loro cattedrali o santuari, anche in quelle colpite dal terremoto. Nell’archidiocesi di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, ha chiuso la Porta Santa della cattedrale di Spoleto con una concelebrazione eucaristica partecipata da tanti fedeli, che hanno vinto la paura del terremoto. Il primo pensiero dell’Arcivescovo è stato per i ‘nostri fratelli e le nostre sorelle terremotati’ delle città di Norcia, Cascia e Preci, chiedendo protezione al santo patrono, Ponziano, “alla cui intercessione ci affidiamo affinché ci ottenga da Dio protezione e difesa in questo tempo segnato dal terremoto e dalla paura”.
Nell’omelia mons. Boccardo ha invitato a non cedere alla tentazione dello sconforto: “Durante questo anno giubilare abbiamo più volte varcato la Porta Santa. E’ un gesto, oltre che liturgico, anche fortemente simbolico. Passando sotto quella porta siamo entrati in un luogo ‘altro’, in una dimensione ‘altra’; abbiamo voluto abbandonare la nostra alterigia, il nostro egoismo, l’orgoglio, l’errore, la vendetta, il rancore; siamo voluti entrare nel territorio dell’ascolto, della disponibilità, della mitezza, della riconciliazione, dell’accoglienza, del perdono; in una parola: nel territorio della misericordia”.
L’Arcivescovo ha sottolineato che “di misericordia il mondo di oggi ha un vitale bisogno, giacché il potere del male non è interamente vincibile solo dallo sviluppo scientifico e tecnico. Chiamati a continuare nel mondo la missione di Gesù, dobbiamo apprendere da lui a declinare la misericordia in parole di speranza e di vita e in gesti coinvolgenti, lasciandoci toccare dalle vicende degli uomini e sapendo ‘toccare’ le persone”. Ed ha ricordato che la Porta Santa della misericordia non si chiude: “Essa rimane aperta perché i figli della Chiesa, attraversandola in uscita dopo aver attinto alla Parola e ai Sacramenti motivazione, forza e luce, vadano incontro agli uomini loro fratelli e al mondo con i gesti di un amore misericordioso e compassionevole”.
Anche il vescovo di Ascoli Piceno, mons. Giovanni D’Ercole, ha chiuso la Porta Santa della cattedrale, invocando la protezione di sant’Emidio sulla popolazione colpita dai sismi: “Ci accompagna la Madonna delle grazie, Madre di Dio e della Chiesa; ci proteggono i nostri Santi Patroni, in particolare sant’Emidio, che possiamo invocare con fiducia in questi giorni di prova se siamo disposti a imitarne la fedeltà a Cristo sino al martirio.