Città del Vaticano , sabato, 12. novembre, 2016 12:34 (ACI Stampa).
In un messaggio alla XXXI conferenza internazionale organizzata dal Pontificio Consiglio degli Operatori Sanitari, Papa Francesco ribadisce l’impegno della Chiesa a stare vicino all’uomo che soffre, qualunque sia la sua malattia. Perché la Chiesa - sottolinea - è chiamata ad essere un "ospedale da campo", in uscita non solo verso "le periferie esistenziali", ma anche quelle "assistenziali".
La Conferenza è dedicata al tema “Per una cultura della salute accogliente e solidale a servizio delle persone affette da patologie rare e neglette”. Un settore medico-sanitario particolare, perché in realtà c’è anche poco interesse economico a mettere in campo terapie – e produrre medicinali – per curare o medicare le malattie rare. Per questo – ricorda il Papa – la conferenza si propone di individuare e rilanciare “linee praticabili di intervento in questo particolare scenario medico-sanitario, avendo come valori fondanti il rispetto della vita, della dignità e dei diritti dei malati, insieme con l’impegno accogliente e solidale”
Il Papa ricorda le cifre (400 milioni di persone affette da malattie rare, 1 miliardo di persone affette da malattie neglette) e il fatto che queste malattie, perlopiù infettive, vanno a colpire proprio “le popolazioni più povere del mondo, spesso in Paesi dove l’accesso ai servizi sanitari è insufficiente a coprire i bisogni essenziali, soprattutto in Africa e America Latina, in aree a clima tropicale, con una potabilità insicura dell’acqua e carenti condizioni igienico-alimentari, abitative e sociali”.
La sfida - dice il Papa - è “immane”, perché deve coinvolgere molti soggetti, ma “non impossibile”, da portare avanti con “un approccio multidisciplinare congiunto”, che chiama all’impegno “tutte le realtà umane interessate, istituzionali e non” e “fra di esse anche la Chiesa Cattolica, che da sempre trova motivazione e impulso nel suo Signore, Cristo Gesù, il Crocifisso Risorto, figura sia del malato (il “Christus patiens”) sia del medico (il “Christus medicus”, il Buon Samaritano)”.
Il Papa sottolinea che “la persona umana è il valore eminente” e dunque “ciascuna persona, soprattutto quella sofferente – anche per una malattia rara o negletta – merita senza alcuna esitazione ogni impegno per essere accolta, curata e, se possibile, guarita”.